MERATE ONLINE
12 NOVEMBRE 2007
Lecco: volontari ancora in piazza per tornare al canile
da sinistra, il consigliere regionale Marcello I volontari estromessi
Una volontaria urla la sua rabbia
Saponaro, l’avvocato Susanna Chiesa,
Stefano Corti dell’Associazione Radicali
Lecco e il deputato Bruno Mellano
Carolina Dell`Oro
"Non ci fermiamo, andiamo avanti finchè non ci sarà un intervento diretto del Comune che risolva la situazione”. Queste le parole di Susanna Chiesa, portavoce dei volontari estromessi dal canile da ormai quasi 3 mesi, e che il gruppo mette in pratica con continue azioni. Infatti, Susanna Chiesa, avvocato ma soprattutto volontaria, ha rinvenuto dei documenti dell’ASL, riferiti al periodo dell’amministrazione Brambilla, in cui alcuni veterinari evidenziavano come il canile non avesse i “requisiti igienico-sanitari”, irregolarità segnalate anche dal dirigente scolastico della scuola media statale Antonio Stoppani di Lecco e da diversi cittadini privati che, avendo visitato il canile in precedenza, ne lamentavano l’attuale condizione di degrado con “gabbie sporche, scarsissima igiene”. Dei pareri, documentati da diverse fotografie scattate dai volontari, diametralmente opposti rispetto a quelli espressi dal dottor Fabrizio Galbiati dell’ASL, secondo il quale animali e struttura sono in ottime condizioni. I volontari, in un incontro informale con la presidente nazionale della Lega Nazionale del Cane Laura Rossi, hanno chiesto la chiusura della sezione di Lecco per gravi irregolarità e violazioni, richiesta che verrà formalizzata oggi con una lettera. Martedì 13 novembre a portare il vessillo dei volontari indesiderati saranno l’ENPA, l’Associazione Naturalistica Lombarda e la LAV, che incontreranno il sindaco Antonella Faggi per chiedere il rientro immediato dei volontari. Inoltre, poiché nel canile finiscono i soldi di tutti i contribuenti, i volontari hanno mandato una lettera in cui si spiega la situazione del canile ai sindaci ed ai rappresentanti di maggioranza e opposizione di tutti i paesi lecchesi. La battaglia prosegue anche in Regione, dove il consigliere regionale dei Verdi Marcello Saponaro ha presentato la quarta interrogazione sulla questione del canile, sperando che anche questa non cada nell’oblio ma, a differenza delle tre precedenti, ottenga una risposta.“ Trovo scandaloso il fatto che non sia stata data alcuna risposta alle interpellanze e mi sembra strana anche la velocità con cui la Regione Lombardia ha iscritto l’associazione al registro regionale delle associazioni, procedimento che in genere richiede tempi più lunghi. Sono tante altre le domande senza risposta. Ad esempio, chi ha eletto il presidente dell’associazione? Dove sono finiti i 540.000€ della convenzione, come sono utilizzati”? E oltre che in Regione e in Senato, il caso del canile di Lecco è arrivato per la prima volta alla Camera dei Deputati. Il deputato Bruno Mellano,Rosa nel Pugno, ha infatti presentato un’interrogazione parlamentare, “non per animosità o accanimento politico nei confronti di Michela Brambilla, ma per un interesse davvero nazionale, per capire com’è possibile che le leggi possano essere aggirate tranquillamente, com’ è possibile ad esempio che l’Amministrazione Comunale abbia potuto ricorrere ad un affidamento diretto senza consultare altri soggetti esterni sulla base di considerazioni d’urgenza, gestione che invece è stata concessa per un periodo molto più lungo e come mai il corrispettivo sia di 542.000€ quando il limite fissato per gli appalti di pubblici servizi è di 200.000€. Vogliamo capire come tutto ciò possa succedere per trovare una soluzione, per impedire ad esempio che un canile diventi un business. Inoltre, abbiamo chiesto un’ispezione dei NAS che stabilisca la verità riguardo alle condizioni del canile, vista la contraddizione tra foto e dichiarazioni dell’ASL”. Ieri pomeriggio, domenica 11 novembre, anche i volontari del canile hanno fatto sentire la propria voce con un banchetto in piazza Cermenati. Stefano Corti, dell’Associazione Radicali Lecco e volontario, ha ricordato che “ oggi sono 79 giorni che noi volontari siamo stati allontanati dal canile, 79 giorni che i cani stanno praticamente reclusi dentro le loro gabbie senza possibilità di uscire se non per pochi minuti d’aria durante le fasi di pulizia delle gabbie. E tutto questo perché? Ancora oggi ce lo chiediamo. Ci hanno detto che era cambiata l’associazioni di volontari a cui il canile si appoggiava, allora abbiamo chiesto di iscriverci alla LEIDA, ma la risposta è stato un rifiuto generalizzato con la giustificazione che abbiamo tenuto comportamenti denigratori nei confronti dell’associazione stessa. Quello che ci ferisce di più è l’essere stati allontanati come persone moleste, soprattutto per quelli che frequentano da anni il canile e vi hanno investito tempo e denaro e per i cani già fortemente provati. L’assurdo - ha concluso amaramente Corti - è che per difenderci non abbiamo potuto rivolgerci al presidente dell’associazione a cui eravamo iscritti, perché questa persona è la stessa da cui dobbiamo difenderci, il presidente dell’altra associazione, la LEIDA! Effettivamente forse lei è l‘unica persona che ci sarebbe riuscita”.