Da: donnEanimali
Inviato: Mercoledì 4 febbraio 2009, 13:34:33
Oggetto: Appello contro violenza
Inoltriamo questo appello dell'Università delle Donne, invitando a
sottoscriverlo e diffonderlo.
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Sessismo: la violenza che tutti evitano di nominare
In Italia, la recrudescenza degli stupri eccita i pubblici poteri a
mettere in campo il riflesso condizionato dello stato emergenziale, da
contrastare attraverso la militarizzazione del territorio anche
finalizzata al respingimento dei migranti.
Lo stato di emergenza e le misure di ordine pubblico usati come cortina
fumogena destinata a nascondere il fatto che è la famiglia - luogo
privilegiato della disparità fra donna e uomo - il contesto in cui
prevalentemente si origina e si coltiva la violenza sessista contro le
donne.
Contro questa violenza quotidianamente riservata alle donne (italiane e
straniere) da uomini (italiani e stranieri), mancano sia un'adeguata
analisi critica sia misure preventive minimamente efficaci.
L'analisi critica. Lo svantaggio sociale femminile cristallizzato nella
famiglia tradizionale, è all'origine della violenza sessista che alligna
nel privato e si espande nel pubblico anche grazie alla mercificazione
mediatica del corpo femminile, usato come elemento eccitante di promozione
vendite in senso lato.
Lo svantaggio politico percepibile in una democrazia a-partecipata e
monosessuata determina il quadro e lo completa.
Ecco perchè la violenza sessista, anche domestica, non può mai essere un
fatto privato, ma è un'indecenza pubblica che le istituzioni non possono
ignorare o mistificare attraverso la scorciatoia dell'utilizzo del diritto
criminale come risposta esclusiva o preponderante.
A ben altri livelli occorre agire per sradicare questo grumo di violenza
ancestrale, sedimentato nell'immaginario maschile, che va contrastato a
partire dai primissimi messaggi che i bambini ricevono dalla famiglia,
dalla scuola e dalla società.
Le misure efficaci. Le misure suggerite dall'esperienza ben più
seriamente strutturata in altri Paesi europei partono appunto da un piano
di acculturamento e sensibilizzazione fin dalla prima infanzia per il
cambiamento delle relazioni fra donne e uomini, in ogni contesto del
vivere associato.
Si sviluppano attraverso una legislazione onnicomprensiva che evidenzia
l'origine sessista e discriminatoria della violenza contro le donne e la
previene attivamente, contrastando esclusioni e pregiudizi.
Si concretano attraverso una vigilanza costante e un monitoraggio dei
risultati, attivando interventi correttivi e provvidenze pubbliche
adeguate.
Prevedono, oltre alla visibilità del problema, ritenuto di interesse
generale, ruoli attivi delle istituzioni pubbliche centrali e locali,
gravate delle connesse responsabilità.
Proposte iniziali
In concreto, sull'esempio di ciò che si fa in altri Paesi, pensiamo si
debba promuovere un piano nazionale di sensibilizzazione e prevenzione
della violenza di genere, incentrato su specifiche iniziative, tra cui qui
citiamo:
* un programma di educazione/formazione sull'esercizio di diritti e
obblighi uguali fra maschi e femmine nell'ambito sia privato che
pubblico;
* il lancio di campagne pubbliche di sensibilizzazione contro gli
stereotipi dei ruoli familiari femminili;
* la promozione di azioni positive per la eguaglianza di genere in
tutti i campi del vivere associato (politico, economico, culturale),
da rispettare rigorosamente (e la cui inosservanza venga sanzionata);
* il reintegro dei fondi incredibilmente sottratti ai Centri
antiviolenza e alle Case delle donne maltrattate, mentre, al
contrario, sarebbero necessari interventi anche economici per
l'acquisizione e il sostegno di équipes a professionalità integrata;
* l'istituzione di un Osservatorio indipendente di monitoraggio sui
diritti delle donne e di vigilanza sui mezzi di informazione e
pubblicità, a garanzia di un trattamento conforme ai valori
costituzionali e alla dignità personale delle donne.
Riteniamo dovere principale di tutti gli schieramenti politici e dei
singoli che si candidano per ruoli istituzionali in Italia e in Europa
l'elaborazione e il perseguimento concreto di un piano integrato per la
soluzione di questa incancrenita piaga sociale.
Ma quel che ci preme di più è la presa di responsabilità da parte di tutte
le donne impegnate in un ruolo istituzionale: a loro chiediamo
esplicitamente di proporre, seguire e curare a ogni livello le misure
necessarie a questa improrogabile svolta di civiltà.
Anche su questa base, che intendiamo verificare nelle fasi di ideazione e
di realizzazione, si decideranno le nostre scelte politiche future.
Chiediamo a tutte coloro che si riconoscono in questo appello di
sottoscriverlo inviando una e-mail a: universitadonne@tiscali.it