CELLULE STAMINALI
Anno 2007 Numero 153 del 23-11-2007
Italia. Bologna. Sperimentazione su tre cavalli. Lav e deputati contro universita'
Parlamentari in campo per salvare i tre cavalli che, alla facolta' di Veterinaria di Bologna, rischiano di essere soppressi al termine di un esperimento sull'uso delle cellule staminali. Nove deputati, di maggioranza e opposizione, chiedono infatti al ministro della Salute, Livia Turco, "quali urgenti iniziative intenda intraprendere per non permettere l'uccisione di tre cavalli" e fare in modo che siano affidati a qualcuno al termine dell'esperimento.
A muoversi sono cinque parlamentari della Lega Nord, uno di Forza Italia, due della Rosa nel pugno, uno del Partito Democratico, firmatari di un'interrogazione con risposta in commissione Affari Sociali a Montecitorio; nel documento ricordano che, per analoghi esperimenti effettuati all'Universita' di Pisa, gli animali non sono stati uccisi e lo stesso Ministero, nell'autorizzare i test ad Ozzano Emilia, "specificava gia' mesi fa che devono essere valutate le possibilita' di recupero dei cavalli". A sollevare il caso, con tanto di diffida alla Facolta' dell'Alma mater era stata la Lega antivivisezione (Lav) avvertendo l'Ateneo che l'uccisione dei tre animali poteva configurare un reato. E proprio la Lav, nel dare notizia dell'interrogazione parlamentare, annuncia che "sono gia' alcune migliaia le e-mail di sostegno alle richieste indirizzate al Rettore, al Preside e al responsabile del Dipartimento" per evitare una "uccisione del tutto gratuita e, quindi, perseguibile dal Codice penale".
Quella in corso al Dipartimento Clinico Veterinario dell'Universita' di Bologna, e' una sperimentazione su tre cavalli dal titolo "Isolamento e caratterizzazione di cellule mesenchimali di cavallo da midollo osseo e tessuto adiposo: possibile utilizzo di un modello di lesioni tendinee".
Il protocollo sperimentale prevede la soppressione degli animali per prelevare i tendini.
Ma, ricordano i parlamentari nell'interrogazione, "il Ministero della Salute, nell'autorizzare l'esperimento, aveva suggerito che dovesse 'essere valutata con attenzione l'eventuale reimmissione dei soggetti nella loro filiera zootecnica di provenienza'".