Ristoratore milanese sarà processato
Un ristoratore milanese sarà processato per aver esposto, in una delle sale da pranzo, astici vivi adagiati sul ghiaccio prima di farli finire in pentola. I magistrati lo accusano di maltrattamenti e sevizie. Il caso milanese è uno dei primi, se non il primo in Italia, per il quale si andrà a processo. La difesa sta valutando di citare in aula come testimoni grandi chef perché "tutte le ricette prevedono che siano cotti ancora vivi".
A decidere di mandare a processo i due titolari di un noto ristorante nelle vicinanze del Duomo è stato il pm Giulio Benedetti, magistrato specializzato, tra l'altro, nei reati che riguardano il settore degli alimenti.
Nel decreto di citazione a giudizio il magistrato ha contestato, oltre al non aver conservato e congelato in modo corretto alcuni alimenti tra cui qualche forma di pane casereccio, il maltrattamento di animali, dove gli animali chiamati in causa sono i cugini più pregiati, secondo i buongustai, delle aragoste: li ha tenuti "vivi a diretto contatto con il ghiaccio - recita il capo di imputazione - e con tale condotta, senza necessità", li ha sottoposti a "sevizie" e "a comportamenti e a fatiche insopportabili per le loro caratteristiche etologiche".
Fatti, per il pm, aggravati in quanto da tale comportamento "derivava la morte degli astici". A scoprire i crostacei vivi e sistemati sul ghiaccio, all'interno di un apposito banco espositore di prodotti ittici, erano stati i Nas il 20 novembre 2007 durante un controllo di routine. Controllo che ha però messo nei guai il ristoratore, convinto che quello fosse il modo giusto per conservarli e che, in base ai dettami dei piu' rinomati manuali culinari, dovessero essere bolliti ancora vivi. La difesa dei due ristoratori: "Sosterremo - ha spiegato il legale - che il ghiaccio ha due funzioni: non solo quella di conservare ma anche quello di anestetizzare e, quindi, ammesso che gli astici siano in grado di percepire la sofferenza, di lenirla".