LA REPUBBLICA
3 GENNAIO 2008
Astici con chele legate, lui chiama il 113 Siena. Un prof li vede al supermarket tra l´indifferenza generale. "Ma gli animali soffrono".
Gli astici con le chele legate si muovevano a fatica nel ghiaccio sul grande banco-pesca del supermercato. La gente si accalcava e c´erano genitori che ridendo mostravano ai bambini «questi poveri animali prigionieri». Uno spettacolo insopportabile per un professore di Siena, che lunedì 31 dicembre era andato al supermercato a comprare il pesce per il pranzo di Capodanno, ma poi non ha più comprato il pesce e invece ha chiamato il 113. «Anche gli animali soffrono, e quello che più mi ha colpito è stata l´assoluta indifferenza con la quale alcuni genitori mostravano ai loro bambini questo strazio».
Nel supermercato di Siena la recente campagna della Lav (Lega antivivisezionista) non ha lasciato traccia. Eppure i venditori di crostacei che li espongono sul ghiaccio, e con le chele legate, qualche rischio lo corrono. Prima di Natale la Lav ha mandato i suoi attivisti nei supermercati di 40 città italiane e ha denunciato per maltrattamento di animali tutti i gestori che esponevano aragoste, astici e altri crostacei sul ghiaccio, o con le chele legate. Secondo molti gastronomi, i crostacei devono essere gettati vivi nell´acqua bollente. Su questo punto il dibattito è già molto avanzato negli Stati Uniti, dove una grande catena alimentare ha bandito i crostacei vivi dai banconi dei suoi negozi e li vende soltanto surgelati per risparmiare loro inutili sofferenze. Ma se alcuni studi di importanti università americane sostengono che le aragoste hanno un sistema nervoso così semplice che non possono percepire il dolore come gli uomini o altri animali, il Centro di referenza nazionale per il benessere degli animali del Ministero della salute italiano è giunto a conclusioni diverse. Un documento intitolato «Sofferenza di aragoste e astici vivi con le chele legate e su letto di ghiaccio durante la fase di commercializzazione» sostiene che l´esposizione dei crostacei sul ghiaccio «è assolutamente inappropriato» e determina fra l´altro «ipossia e stress anaerobico», e che la legatura prolungata delle chele è causa fra l´altro di «atrofia muscolare». Sulla base di questo parere, la Lav - ha spiegato il presidente Gianluca Felicetti - spera di arrivare a mettere al bando «questa pratica crudele tanto quanto la cottura delle aragoste vive in acqua bollente».