IL SECOLO XIX
16 NOVEMBRE 2007
Traffici di pelli di gatto la Bardot: una barbarie
L'attrice francese, animalista, ha scritto
una lettera di protesta
al presidente della Confederazione elvetica
Bianca Belelli
Ginevra. «E' una barbarie!». E' furiosa, Brigitte Bardot. Ha appena scritto una lunga lettera alla presidente della confederazione elvetica, Michelime Calmy-Ry dopo avere appreso che nella civilissima svizzera esiste a tutt'oggi ed è legale - un commercio di pelli di gatto.
L'attrice francese - 73 anni appena compiuti - si impegna in favore degli animali da più di 20 anni con la sua fondazione di cui è membro d'onore il Dalai Lama. Recita la lettera di BB: «Le recenti rivelazioni di un commercio di pelli di gatto in Svizzera provocano la giusta indignazione dei suoi concittadini. E' imperativo che Lei prenda disposizioni a livello nazionale per vietare il commercio (produzione, importazione, esportazione di pelli di gatto). Mi associo alla petizione di SOS chats di Noiragues perchè la Svizzera non diventi il centro di questo commercio di morte e sofferenza. Tutto questo proprio quando l'Ue dovrebbe adottare per i suoi paesi membri una legge che vieta l'importazione e l'esportazione di pelli di gatto e di cane».
Ma cosa motiva l'ecatombe dei poveri felini? «Credenze medievali! s'indigna BB. La gente crede veramente di alleviare i dolori artritici mettendo pelli di gatto su spalle o ginocchia. Io stessa soffro di artrosi. Ho male alle ginocchia. Ma uso gatti vivi, che tengo sulle ginocchia accarezzandoli, oppure pellicce ecologiche: ve ne sono di bellissime ormai!».
Già, non sono nuove le credenze legate ai gatti. Risale al medioevo quella per cui i gatti neri porterebbero sfortuna. Nell'iconografia popolare di stampo profondamente cattolico di quei secoli, Satana era rappresentato sotto le spoglie di animali neri: capre, corvi, gatti. Che ispiravano perciò terrore. Non a caso nei paesi di matrice protestante - il Nord europa e gli Usa - il gatto nero chiamato "good Luck Cat è invece un porta fortuna. La credenza rurale che le pelli di gatto curino l'artrite sarebbe più recente (in Svizzera si parla del secolo scorso) ma altrettanto priva di fondamento. Confermano al Centro di reumatologia Beau Soleil di Ginevra: «Vi è solo un effetto benefico legato al calore sulla pelle, ma questo può provenire da qualunque fonte. Per esempio una soffice lana. Qui sentiamo di tutto: c'è anche chi usa il ferro da stiro sulle parti doloranti, o mattoni riscaldati nel forno».
Si, ma ferro da stiro o mattoni non sono legati a quello che Tomi Tomek, la battagliera cofondatrice si SOS chats a Noiragues (nel cantone di Neuchatelle) da cui è partita la denuncia, non esita a chiamare "assassini".
La Tomek ha saputo da uno dei suoi volontari di questo scioccante traffico: «Da 11 anni lottiamo per far cessare le stragi di gatti all'estero. Solo ora apprendiamo che proprio da noi, in Svizzera, esistono queste pratiche vergognose. I poveri animali vengono presi con trappole ed uccisi per soffocamento per recuperarne le pelli. Tutto questo senza infrangere la legge, visto che la legge non c'è!». E continua: «Abbiamo scoperto che una conceria di Coira (nel cantone Grigioni, ndr) vendeva pelli di gatti per corrispondenza. Ho telefonato facendomi passare per una cliente. Mi hanno proposto una scelta tra 150 pelli chiedendomi se avessi preferenze per colore o lunghezza del pelo! Ho chiesto da dove provenissero: da randagi, mi hanno risposto. Quando ho chiesto altre precisazioni - dove fossero acchiappati, ad esempio - sono diventati evasivi».