IL TIRRENO
5 DICEMBRE 2007
Macellano agnello e capra in strada
Fermati due cinesi, avevano ucciso gli animali nel cortile di casa
EMPOLI Per loro era tutto normale
EMPOLI (FI) - Stavano macellando un agnello e una capra. Sul bordo della strada, dopo averli uccisi nel cortile di casa, a Sovigliana di Empoli.
Qualcuno li ha visti ed ha chiamato i carabinieri. Così la famiglia di cinesi è stata denunciata per violazione della legge sul macello.
Le carcasse degli animali sono state distrutte, mentre la testa della capra è stata sequestrata per analizzarla e per capire la provenienza degli animali, naturalmente privi delle indicazioni obbligatorie.
È successo ieri, nel primo pomeriggio, in via Pietramarina a Sovigliana. L’allarme è stato dato da alcuni passanti che hanno sentito i belati disperati dei due animali.
Gli orientali, infatti, per “macellarli”, non stavano usando alcun sistema particolare, se non il dissanguamento. E poi, sempre alla luce del sole, li stavano “spelando”, in quanto nella loro cucina viene consumata anche la pelle.
I ciuffi di pelo bianco erano sparsi un po’ ovunque, in strada.
I cinesi, fra l’altro, al momento dell’intervento di carabinieri, vigili urbani e personale veterinario dell’Asl di Empoli, non riuscivano a spiegarsi il motivo. Per loro, infatti, è normalissimo macellare gli ovini in casa.
In Italia, invece, questa pratica è consentita solo per il maiale, in virtù di una legge molto vecchia ma ancora valida.
«Quando siamo intervenuti - racconta Paolo Feri, del dipartimento di veterinaria dell’Asl 11 empolese - non facevano altro che ridere. Non si spiegavano il motivo del nostro intervento. Da loro è normale macellare gli ovini in casa. E quindi farlo in strada non lo considerano certo un reato. Fra l’altro, tecnicamente avevano fatto un lavoro perfetto. Una macellazione senza errori, anche se proibita».
Le carcasse sono state distrutte: «Abbiamo distrutto gli animali. E sequestrato la testa. Vogliamo sapere da dove arrivano questi capi, perché non avevano alcun segno di riconoscimento. E loro non sono stati in grado di dirci la provenienza».