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 Cacciatore merda.....la tabella te la infileremo in.........

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MessaggioTitolo: Cacciatore merda.....la tabella te la infileremo in.........   Cacciatore merda.....la tabella te la infileremo in......... EmptyMer Dic 05, 2007 10:22 pm

L'ARENA GIORNALE DI VERONA
5 DICEMBRE 2007

BOSCO CHIESANUOVA (VR). Segnalati alla Procura due cacciatori e il loro accompagnatore esperto
Sparano a un capriolo e finiscono nei guai
L’animale è stato abbattuto all’interno dei confini del Parco della Lessinia «Non c’erano le tabelle»

Vittorio Zambaldo

Bosco Chiesanuova (VR) Un capriolo femmina di circa sei mesi è stato fulminato da una pallottola devastante sparata da 350 metri, una distanza sconsigliata dalle buone norme perché è alta la possibilità di fallire rischiando di ferire soltanto l’animale, procurandogli magari a una lunga agonia per dissanguamento.
L’abbattimento era comunque regolare per quanto riguardava il capo da prelevare, perché avvenuto secondo i procedimenti previsti per la caccia di selezione, ma è stato però denunciato alla Procura della Repubblica. Il motivo? E’ molto semplice: l’animale, al momento dello sparo, si trovava, sia pure di poco, dentro i confini del Parco naturale regionale della Lessinia.
L’episodio è avvenuto sabato scorso, verso l’imbrunire, in località Zamberlini, a nord dell’abitato di Bosco. I cacciatori, padre e figlio, erano insieme a un esperto accompagnatore, figura prevista dalla legge nella caccia di selezione: deve essere in grado di riconoscere da lontano l’età e il sesso del soggetto preso di mira, perché siano rispettati i criteri imposti dalla caccia di selezione.
La preda era però un centinaio di metri entro il confine del Parco ed è per questo che sono intervenuti gli agenti della stazione di Boscochiesanuova del Corpo forestale dello Stato, sequestrando la carcassa dell’animale e la carabina che ha sparato.
Durante il sopralluogo nell’abitazione dei cacciatori sono stati sequestrati anche due fucili trovati non custoditi diligentemente, secondo le prescrizioni di legge.
«Non potevamo farlo quella sera stessa a causa del buio, ma il giorno dopo abbiamo verificato che nonostante le dichiarazioni dei cacciatori e del loro accompagnatore, l’animale abbattuto era effettivamente dentro i confini del Parco: la pallottola che gli ha spappolato la spina dorsale all’altezza del collo lo ha fulminato sul posto senza permettergli di allontanarsi di un metro.
«Lì dove è stato abbattuto», sottolineano gli agenti della Forestale, «abbiamo anche trovato il foro d’entrata del proiettile che si è conficcato nel terreno sollevando una zolla di cotico erboso e lasciando una piccola traccia di frammento metallico», spiegano i Forestali. Non hanno avuto dubbi quindi sulla localizzazione e per questo hanno proceduto con la denuncia penale.
Fra l’altro lo sparo sarebbe partito da una strada comunale e avrebbe colpito il capriolo a una quarantina di metri dalle abitazioni della contrada, due condizioni che impongono comunque delle sanzioni amministrative per trasgressione alla legge sulla caccia (157/92) oltre alle più severa legge 394/91 sulle aree protette.
«I Forestali hanno fatto il loro dovere», commenta l’esperto accompagnatore, «ma quello che ci ha traditi è stata la mancanza di tabellazione del Parco. Abbiamo agito in buona fede, convintissimi di essere in regola, ma per essere certi della posizione ci vorrebbero le coordinate satellitari in certi punti».
Bosco ha ben 25 chilometri di territorio che confinano con il Parco e non è sempre facile individuare i punti esatti del limite dell’area protetta.
«L’unica tabella che c’è in quella località è solo di tipo turistico, fra l’altro orientata anche in maniera sbagliata rispetto alla posizione del Parco. La legge prevede che le tabelle di confine siano disposte a una distanza tale che stando dirimpetto a una si riescano a vedere quella a destra e quella a sinistra, per avere conferma della linea ideale di confine».
«Non esiste una mappa particolareggiata in scala 1:10.000», conclude l’accompagnatore coinvolto nella vicenda, «che permetta di muoverci con un certo margine di sicurezza e in queste condizioni è materialmente impossibile sapere dove passi il confine. Sarebbe come ricevere una multa per sosta vietata in una strada senza cartello di divieto», denuncia l’accompagnatore.
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