costa quasi 20mila euro: ma in italia ne e' vietata la detenzione
«Ashera»: il gatto più raro del mondo
E' frutto dell'ingegneria genetica: lungo 1,20 metri pesa quasi 15 chili e vive fino a 25 anni
MILANO - E' l'ultimo frutto dell'ingegneria genetica. Ed è il gatto più raro del mondo. Sempre che si possa ancora chiamare gatto un felino lungo 1,20 m, dal peso di circa 15 chili e che è destinato a vivere fino a 25 anni. Si chiama «Ashera», è maculato come un leopardo, e, a dire il vero, assomiglia più a un giaguaro che a un gatto. Del resto il super-micio è il frutto di un incrocio tra un gatto delle selve africano, un gattopardo asiatico e un gatto domestico europeo. A realizzare Ashera è stato un gruppo di genetisti californiani della «Lifestyle Pets», azienda intestata all'imprenditore britannico Simon Brodie.
COSTO - Il super-gatto è acquistabile anche on line e ha, ovviamente, un prezzo straordinario: tra i 22.000 e i 28.000 dollari (tra i 15.300 e i 19.500 euro) a seconda del tipo (se ne può avere ad esempio anche uno ipoallergenico, per chi è allergico ai peli di gatto). Alla già considerevole cifra bisogna poi aggiungere eventualmente altri 6000 dollari se si vuole scavalcare la lista di attesa compresa tra 9-12 mesi, mentre il trasporto, che avverrà per via aerea tramite un collaboratore della «Lifestyle Pets» che ve lo consegnerà sulla soglia di casa, costa altri 1500 dollari per le consegne negli Usa (di più per quelle fuori dagli Stati Uniti). «Sono animali costosi - commenta Brodie - ma ne abbiamo già venduti molti negli Stati Uniti, in Asia e in Russia. La nostra lista di attesa è di almeno nove mesi».
DETENZIONE VIETATA - Nonostante la feroce apparenza, per la «Lifestyle Pets» Ashera non è altro che un docile animale che, come tutti i gatti, ama il caldo, mangia cibo in scatola, ha un buon carattere ed è amico dei bambini.
Tuttavia questo tipo di ibrido è difficile che sia legalmente detenibile nel nostro Paese. «Come per altri ibridi che hanno nel loro patrimonio genetico il genoma di animali inseriti nell'Appendice II della lista delle specie a rischio prevista dalla Convenzione di Washington - spiegano dal Corpo Forestale dello Stato - la vendita di questi animali va regolamentata. Ma in questo caso non basta semplicemente dotarsi della licenza di importazione. Trattandosi di un incrocio tra felidi pericolosi per il decreto del 19 aprile 1996 del ministero dell'Ambiente ne è di fatto vietata la detenzione per i privati».
In pratica per detenerlo legalmente bisognerebbe avere una speciale autorizzazione prefettizia, che viene data in genere soltanto ai circhi o ai giardini zoologici.
Marco Letizia