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 Viaggio in un canile lager

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ALENA
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MessaggioTitolo: Viaggio in un canile lager   Viaggio in un canile lager EmptyMar Gen 08, 2008 11:11 am

CORPO POLIZIA ECOZOOFILA A.U.D.
centrale operativa 24/24 telefono 349 84 59 330 - mail:
comando@poliziaecozoofila.info
UNIONE DEMOCRATICA ASSOCIAZIONE NO-PROFIT O.N.LUS
Bancoposta c.c. n° 75988907 – ABI 7601 – CAB 01600
http://www.poliziaecozoofila.info http://www.poliziaecozoofila.net http://
www.poliziaecozoofila.name

Come tutti abbiamo letto il comunicato diffuso dall'OIPA di Salerno e la richiesta della
petizione ed è nostro dovere informare la rete che comunicazioni di questo tipo
senza valutare i risvolti negativi possono in molti casi portare ad un peggioramento
delle condizioni degli animali.

Ci sono pervenute varie segnalazioni, ma questa richiede di essere pubblicata
affinché ognuno valuti in coscienza come ritiene giusto agire:

Egregio Comandante, i comuni di Fisciano e Baronissi purtroppo per i cani sono
convenzionati con il noto canile di Cicerale. Scrivere al Sindaco lettere di protesta
significa peggiorare la situazione per i cani. Il sindaco attraverso i vigili urbani
chiamerà l'ASL per far catturare i cani.
N.B. per la cattura verrà chiamato il signor Cafasso proprietario del noto
canile, vincitore della gara d'appalto da poco espletata dal servizio veterinario e per i
cani sarà notte fonda.
Leggo tra le persone che hanno inviato il messaggio anche la presenza dell'OIPA di
Salerno le cui rappresentanti conoscono bene la situazione di Cicerale e sono
consapevoli che i randagi di questi comuni finiscono a in quel luogo se si chiede al
sindaco di intervenire
Bisogna intervenire in maniera differente ed attiva per aiutare veramente i
cani....................................

Per chi non conosce la situazione di Cicerale riportiamo una descrizione fatta nel
2006 da una guardia zoofila presidente dell'AIPA augurandoci che questa nefandezza
non finisca dalla padella nella brace di qualche ONLUS in quanto come leggerete è
una fabbrica di soldi che sfugge ad ogni controllo; se bruciasse per quei poveri esseri
senzienti i patimenti almeno finirebbero.
Noi da soli siamo sottodimensionati ed impossibilitati a fronteggiarla; se ritenete che
il nostro agire possa essere di esempio,Vi chiediamo di unirvi a noi per trovare una
soluzione per questa e tante tante altre nefandezze consumate con la complicità di
molti Enti Locali e di diversi funzionari ASL che utilizzano il loro dovere di controllo
solo per nascondere un problema invece che risolverlo
Il Comandante E.F.Ciaglia

MANCA UN GIRONE NELL'INFERNO DI DANTE ALIGHIERI: "IL CANILE DI CICERALE"

Chi in passato lo ha definito il Dio del Sud ha bestemmiato.

Io ieri l'ho incontrato, vecchio, sporco,claudicante,tante goccioline fetide gli colavano
dal volto tumefatto dalla cattiveria, odio, avidità , sete di soldi soldi soldi, pietra
miliare della sua perfida esistenza.

LUCIFERO, si era proprio lui, trasferitosi sulla terra dagli abissi infuocati dove il
magma fonde ogni elemento da cui potrebbe germogliare vita, amore, pace, rispetto,
speranza.

Padrone assoluto di duemila esseri viventi, da Dio creati a sua immagine e
somiglianza come tutto ciò che esiste sul pianeta terra, e dal Cafasso incarcerati,
denudati, seviziati, costretti a perdere la propria identità di animali, parti integranti
dell'universo, compagni fedeli per l'eternità.

Per raggiungere questo girone infernale ho impiegato due ore di viaggio, un tornante
dopo l'altro, come sulle montagne russe, mi sono inerpicata sulle colline che a
strapiombo cadono sulla costa cilentana, un' altro mondo, ai confini della realtà,
recintata da teloni neri che nascondono l'orrore, ecco l'oasi di ciotola, il rifugio di
Cicerale, chilometri quadrati di bosco trasformati in forni crematori d'estate e
pozzanghere argillose d'inverno, anche il prato verde ha smesso di esistere, si è
consumato ed estinto a causa dello strofinio con la cute di centinaia-migliaia di cani
transitati in quell'incubo, non un abbaio ma un boato di latrati proveniva da tutta la
collina, una stradina che scendeva tortuosa mi portava all'ingresso del gulag.

Bello l'ingresso, alberato con viottoli piastrellati in pietraviva, qualche gabbia a cubo
chiuso, ancora non arrugginita, corredate da microcuccia e 4 - 5 - 6 cani di piccola
taglia che saltellavano come grilli, in verticale perché camminare in orizzontale era
impresa impossibile. Più avanti un numero imprecisato di box in cemento di pochi
metri quadri, chiusi da rete anche sulla parte superiore, contenevano i cani della
Legge Sirchia, quelli pericolosi, li' inscatolati per espiare le colpe dei balordi umani
padroni delle loro vite, decine e decine di Kalashnikov pronti ad
uccidere,dilaniare,massacrare qualsiasi cosa fosse vicina alle proprie mandibole,
l'odore dell'uomo scatenava in quei molossi una reazione chimica capace di innescare
un'atomica tanto era l'odio che nutrivano nei confronti di chi li privava anche dell'aria
da respirare.

Lo scenario che si allargava nel bosco circostante creava nel mio cuore inaudita
sofferenza, per chilometri si estendevano fatiscenti reticolati consumati dalle
intemperie e dalle migliaia di denti spezzatisi in quelle maglie di ferro alla ricerca
della libertà, si perdevano a vista d'occhio, quadrati irregolari scoscesi in cui
uno,due,cinque,dieci,venti,trenta cani, maschi con femmine, alcune gravide, cuccioli
con adulti, piccole taglie con cagnoni enormi, scheletrici, sporchi, peli ammassati,
sguardi assenti, bava alla bocca, terrore gerarchico negli occhi, abbandonati alla
morte in angoli, crepacci o in quel che restava di cucce in cemento affossate nella
terra maleodorante, monchi, inebetiti, cani abbandonati dall'uomo ma in questa
circostanza anche da Dio.

L'area di calpestio dei recinti aveva, nella sua totalità, una pendenza dell'80%, su di
essa i cani si arrampicavano, di un colore inesistente nella sfera ottica umana, sul
suolo aleggiava uno strato di polline misto a peli ed escrementi liofilizzatisi, ogni
zampata sollevava una nube di polvere fetida.

Dalla terra fuoriuscivano pietre appuntite, tronchi spezzati, tante piccole escrescenze
simili a mani che dal sottosuolo con movimenti convulsi tentavano di avvinghiare e
catturare quei dannati rinchiusi in un luogo per il quale non sono stati creati ed in cui
si dibattevano come le anguille catturate per essere vendute. In questo scenario
spettrale un solo operaio, mezzo svestito, si affaccendava
senza far nulla di utile, in un baraccone un Veterinario, presumo, alle prese con
bisturi operava in dolce compagnia femminile, mentre, una ragazzina in abiti da
lavoro trasportava su di una carriòla, barella etnica, un cane anestetizzato da
rimettere nel branco, un Veterinario dell'ASL competente per territorio giustificava
l'alto tasso di mortalità nella struttura dovuto a decessi per arresto cardiocircolatorio.
Dulcis in fundo in quattro gabbioni da trasporto sei nuovi randagi appena arrivati
nell'inferno da chissà quale Comune pronto ha pagare la retta giornaliera di 1 euro e
49 centesimi per sempre, visto che dopo la microchippatura e lo smistamento nei
recinti nessun padrone andrà mai a controllarli come nessun pazzo salirà mai su
quella montagna per prendere in affido un cane, è utopia .


Lo scopo della mia visita era un controllo (insieme a rappresentanti di una
Amministrazione Comunale) per accertare l'esistenza in vita di 92 cani di un paese a
150 chilometri circa di distanza dal campo di sterminio, le ultime fatture ne
elencavano una quarantina,la prima verifica sommaria ne dava 24 presenti ma il
proprietario della struttura non sapeva dove, in quale recinto della montagna, fra gli
oltre 2000 cani si trovassero, "era necessaria una ricerca che richiedeva tre o quattro
giorni, fissare un appuntamento", rifare il viaggio e sperare di trovare in loco
fisicamente il proprietario, "altrimenti nella galera nessuno vi permetterà di accedere".

Dopo solo 15 minuti di visita guidata eravamo già fuori al cancello.

Mi capita ogni qualvolta che oltrepasso i cancelli di un lager di non dormire per notti
e notti, mi riprometto ogni volta di smetterla di aiutare gli indifesi, imponendomi di
vivere come fanno tutti.

Non ci riesco.

L'indifferenza assoluta dell'opinione pubblica è la pena più dolorosa.

"Lontano dagli occhi lontano dal cuore", è quanto impera incosciamente nel tessuto
sociale moderno, questo lo hanno carpito i nuovi imprenditori aguzzini, mentre gli
animalisti rincorrono la cagnetta da sterilizzare che gli accalappiacani dell'ASL non
riescono a catturare, battibeccano con il cattivo detentore del cane a catena corta,
ergono barricate per bloccare furgoni carichi di animali destinati alla vivisezione in
Germania, Svizzera ed in chissà quante altre parti del Mondo , si impegolano in
questioni di ordinaria quotidianità per strappare all'offesa o alla morte uno, dieci,
cento cani o gatti, mentre altri mille, in quello stesso momento esalano l'ultimo
respiro dopo giorni, mesi di agonia e stenti in appartati ed isolati lager, regolarmente
autorizzati dall'Azienda Sanitaria Locale,mai controllati dagli Organi preposti alla
vigilanza ed al rispetto dalla normativa vigente in materia, laddove esiste un
Comando o Stazione delle Forze dell'Ordine che alla richiesta d'intervento per un
controllo non risponda "tale attività non rientra nelle nostre competenze".

Sono ogni giorno più convinta che in questi quindici anni dal 1991, anno dell'entrata
in vigore della Legge Nazionale sul Randagismo, poco o nulla è stato fatto in termini
di concretezza per realmente tutelare gli animali d'affezione e prevenire il fenomeno
randagismo in Italia, terra, le cui comunità stentano a recepire sia pubblicamente che
privatamente il significato del termine "benessere animale", dove buona parte della
popolazione resta poco incline alla solidarietà e sensibilità verso gli animali da
compagnia, dimostrando intolleranza nei confronti degli animali abbandonati,
operando arbitraria giustizia sugli stessi sterminandoli nei modi più raccapriccianti.

I miei occhi sono stati scelti dagli amici animalisti dell'UNA di Pontecagnano per
visitare con raziocinio, serietà, competenza ed esperienza un rifugio ritenuto
ineccepibile da molti Dottori e Sapientoni, fasulli tutori del benessere animale, il mio
modo di vedere, sentire, recepire immagini e sensazioni non mi accomuna a coloro
che per prestigio e convenienza girano lo sguardano ed incassano la ricompensa.

Perciò vi chiedo, in nome e per conto di quelle anime dannate, GIUSTIZIA.

Presidente AIPA Guardia Zoofila
Angela Luongo
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