L'ARENA GIORNALE DI VERONA
3 DICEMBRE 2007
PRECETTO ISLAMICO. A Isola della Scala un macello che segue il tradizionale rito musulmano
Giovedì si celebra il giorno del sacrificio
Ogni anno scoppiano polemiche per i montoni sgozzati Saadia riceve le prenotazioni per evitare problemi
Alessandra Vaccari
I musulmani veronesi si preparano a celebrare giovedì una tra le ricorrenze più importanti del calendario coranico: la «Eid el Adha» o festa del sacrificio, che cade nel decimo giorno del mese del pellegrinaggio alla Mecca, un rito che affonda le sue radici nella storia di Abramo, al quale Dio prima ordinò di offrire in olocausto il figlio (Ismaele per l’Islam, Isacco per la Bibbia) ma poi, commosso dall’amore dell’uomo per il ragazzino, chiese di sostituire il bambino con un capretto.
La festa del sacrificio è la celebrazione più importante prevista dalla religione islamica. E sono proprio il capretto o il montone protagonisti di questa giornata. L’animale va sgozzato secondo i dettami dell’islam in maniera tale che possa essere purificato dalla contaminazione del sangue. Una pratica di macellazione, che è finita nel corso degli anni al centro di polemiche sollevate in occidente soprattutto dagli animalisti o dalle autorità sanitarie locali p erchè spesso eseguita in casa o per strada secondo la tradizione, ma in violazione delle norme igieniche e senza il preventivo stordimento dell’animale previsto dalla legge italiana.
Così quest’anno proprio per prevenire le proteste, l’associazione Saadia s’è data da fare e ha individuato, assieme all’Als 22 un macello che eseguirà il lavoro a Isola della Scala.
«Chi ancora non ha acquistato il montone o il capretto, oppure li ha acquistati e deve farli macellare può contattare questi due numeri di telefono 348/8588071 oppure 347/06054541», ha detto Samira Chabib, che lavora con l’associazione, «il macello di Isola applicherà il rito islamico in maniera regolare, per fare in modo che non scoppino polemiche anche quest’anno. Ci rendiamo conto che si poteva dare l’annuncio prima, ma non è stato possibile fare più in fretta di così».
Il giorno precdente l’«Eid el Adha» i musulmani si riuniscono nelle case per giocare insieme e preparare il banchetto dell’indomani, una sort a di vigilia, chiamata «El Wakfa». E così macellati i capretti, ne distribuiscono parti ai vicini e ai poveri, per poi dedicarsi alla preparazione dei cibi. Il mattino successivo si alzano presto e alle 5 si recano in moschea per pregare fino alle 7.
E dopo aver pronunciato l’inno a Dio, l’«Allah Akbar» Allah è il più grande si torna a casa e si prepara la carne offerta il giorno precedente dai vicini. La festa ha così inizio a tavola per proseguire in alcuni casi per altri tre giorni.
Da un punto di vista strettamente coranico celebrare la festa del sacrificio di Abramo ha assunto il significato di celebrare la vittoria della fede e dell’abbandono a Dio sulla morte stessa.