L'Enpa attacca il comandante dei vigili
«Per Russo è normale uccidere animali in casa» - «Considera leciti quei riti religiosi»
di Marco Martignoni
Si avvicina il Natale e tornano d'attualità le polemiche sulla macellazione di animali vivi. Nelle nostre campagne si ammazza il maiale, negli appartamenti dove vivono famiglie di origine islamica o ebraica si sgozzano gli ovini. Fenomeni in crescita e che l'Enpa ha deciso di denunciare sottolineando anche l'impossibilità di azione della polizia municipale. I vigili urbani, secondo un «aggiornamento professionale» diramato dal comandante Antonio Russo, devono considerare l'uccisione di capretti «un'attività lecita, perché eseguita durante le ricorrenze religiose».
Sì per motivi religiosi
REGGIO CHIUDE UN OCCHIO SULLE MACELLAZIONI PRIVATE
L'Enpa provinciale ha deciso di ribellarsi e ha scritto una lettera di denuncia indirizzata al comandante provinciale Antonio Russo. «La nostra associazione _ scrive la presidente provinciale Stella Borghi _ quando è venuta a conoscenza della circolare che è tutt'ora in vigore, avendo avuto conferma a seguito di recenti incontri con competenti autorità istituzionali e veterinarie che le macellazioni rituali proprie di qualsiasi confessione religiosa devono avvenire obbligatoriamente ad opera di personale appositamente istruito ed autorizzato e presso strutture di macellazione specificatamente approvate, registrate ed iscritte in elenchi ministeriali a ciò dedicati, ha diffidato il comandante affinché provveda tempestivamente, in vista del prossimo periodo di esercizio delle pratiche di macellazione, previste dal rituale islamico, a rettificare la circolare per la parte che indebitamente omette l'indicazione della illegittimità della uccisione a domicilio ed al di fuori dei macelli autorizzati». L'Enpa fa riferimento a un documento, firmato dal direttore del Dipartimento di Sanità pubblica di Reggio Antonio Cuccurese, nel quale si specifica che «le macellazioni rituali possono essere svolte esclusivamente in macelli autorizzati e registrati, inserito in uno specifico elenco ministeriale degli stabilimenti nei quali vengono praticate le macellazioni secondo riti religiosi. A tutt'oggi _ prosegue Cuccurese nel documento _ nella provincia di Reggio sono stati registrati due macelli, uno a Rio Saliceto, l'altro a Correggio». A sostenere l'ente anche il decreto legge 333 del 1998 che applica la Direttiva europea 119/93 che prevede la protezione degli animali durante la macellazione che deve sempre essere eseguita tramite stordimento, definito come «qualsiasi procedimento che determina rapidamente uno stato di incoscienza che si protrae fino a quando non interviene la morte per dissanguamento». L'INTERPRETAZIONE. Da quello che invece scrive il comandante Antonio Russo, la macellazione di animali per motivi religiosi non è reato, anzi è un'attività prevista dalla legge. A questa conclusione il comandante della Municipale, come se fosse un giudice, ci è arrivato interprentando la legge e in particolare una norma del 1980 a cui ha anche fatto riferimento l'attuale ministro dell'Interno Giuliano Amato. Secondo Russo, che riprende lo stesso concetto di Amato espresso il 17 gennaio scorso rispondendo a una un'interrogazione parlamentare, la macellazione senza stordimento si lega alla libertà che ciascuna religione si vede riconosciuta in Europa. «Noi stessi _ aveva detto Amato _ prima ancora della stagione delle intese, con un decreto del 1980 dei ministri della sanità e dell'interno, autorizzavamo la macellazione degli animali secondo i riti religiosi ebraico ed islamico, che da questo punto di vista sono fondamentalmente gli stessi». Ma poi lo stesso Amato corregge il tiro: «Chi presenta questa interrogazione ha ragione, la macellazione dovrebbe essere eseguita negli appositi stabilimenti autorizzati con le modalità di legge». L'INTERROGAZIONE. Ma la scelta di Russo non è passata inosservata nemmeno in consiglio comunale tanto che Marco Fornaciari, consigliere dell'Italia Popolare, ha presentato insieme al capogruppo della Lega Nord Giacomo Giovannini un'interrogazione alla quale l'assessore Franco Corradini ha già risposto. «Ho già espresso _ dice Fornaciari _ la mia posizione nettamente contraria. Sono indignato e il comandante Russo deve fare subito un passo indietro».
Uccidere e macellare un animale in privato, nello spiazzo di casa? A Reggio si può, perchè si tratta di pratiche "legate a motivi religiosi". Il via libera arriva da una circolare del comandante dei vigili urbani, Antonio Russo, che esenta i suoi uomini dall'intervenire in caso di segnalazioni. Insomma, dice Russo, sgozzare capretti è un rito religioso e ciò è prevalente rispetto alle norme sanitarie. Non solo: se un cittadino chiama per protestare, lasciate perdere. L'iniziativa ha provocato furiose polemiche. A insorgere è stato l'Enpa, la protezione animali, che chiede a Russo di rimangiarsi la circolare, ma anche il sindaco non sembra averla presa bene: le leggi vanno fatto rispettare, ha detto gelido. Chi ha ragione? Russo o l'Enpa?
LA PETIZIONE
«Mandiamolo a casa»: partono le firme
Due interrogazioni parlamentari. Una arriva dalla Lega Nord, l'altra da Forza Italia. E poi _ sempre come iniziativa dell'opposizione _ la richiesta di «destituire il comandante della polizia municipale, Antonio Russo» mediante raccolta firme di iniziativa popolare. Nell'ordine: è la deputata del Carroccio Donatella Poretti a presentare una interrogazione urgente ai ministri dell'Interno e della Salute per sapere «quali provvedimenti intendano prendere nei confronti della circolare della polizia municipale di Reggio che ritiene »prevalente« rispettare i dettami del rito religioso invece che i dettami della legge dello Stato italian; quali provvedimenti i ministeri intendano prendere per fronteggiare questa emergenza e per fare in modo che le leggi che disciplinano le macellazioni rituali siano rispettate». Analoga interrogazione dalla parlamentare di Forza Italia, Isabella Bertolini, la quale parla di «atteggiamento di favore incomprensibile che non può essere tollerato». Ma è Davide Grandini, portavoce provinciale de La Destra di Reggio, a invitare «tutti i cittadini reggiani a firmare presso i nostri banchetti la petizione popolare per la destituzione del comandante Russo dal suo incarico di responsabile della polizia municipale reggiana. Reggio è ancora geograficamente, storicamente, culturalmente, legalmente, totalmente italiana. Lottiamo insieme perché lo resti sempre».