FOCUS
3 GENNAIO 2008
I gatti illuminano il futuro della medicina
Nuovi traguardi dell'ingegneria genetica: i gatti che si illuminano al buio. Perché? Per studiare malattie umane... I felini, resi luminosi dall'ingegneria genetica, sono anche manipolati per riprodurre particolari patologie umane: inserendo poi in animali sani le cellule "campione" di questi soggetti si riuscirà a studiare l'evoluzione delle malattie in modo più preciso di quanto non sia mai stato possibile finora. Ma i felini non sono gli unici animali fluorescenti creati dall'uomo: insieme a loro, maiali, topi, pesci e persino una scimmia...
Al buio i gatti vedono bene. Quelli usciti dai laboratori dell'università di Gyeongsang (Corea del Sud), al buio, li vediamo bene anche noi. Sì, perché sono fluorescenti: illuminati da raggi ultravioletti appaiono infatti rossastri. Frutto di esperimenti di ingegneria genetica, i felini coreani dovrebbero aprire la strada alla produzione di animali test per lo studio di alcune malattie umane.
Evidenziatore cellulare
I gatti dell'esperimento sono stati prodotti inserendo la proteina della fluorescenza rossa (RFP) nelle cellule epiteliali di una femmina. Queste cellule sono state poi impiantate nei suoi ovuli per ottenere dei cloni. Ma a che cosa serve la fluorescenza negli animali da laboratorio? Secondo gli scienziati, gli esemplari creati ad hoc saranno d'aiuto nello studio di particolari patologie umane: il materiale genetico di un gatto donatore malato, sarà più visibile agli strumenti quando impiantato in un esemplare sano. La fluorescenza funziona insomma come un evidenziatore: mette in luce (è il caso di dirlo) che il materiale impiantato è giunto a destinazione. Le cellule luminescenti sono presenti in tutti gli organi e «ciò dimostra che abbiamo individuato un sistema efficiente per modificare il patrimonio genetico», afferma Kong Il-keun, il ricercatore che ha condotto lo studio.
C'è un intero zoo che si illumina al buio
Gli animali fluorescenti non sono una novità, per la scienza. Qualche anno fa da un laboratorio di Taipei (Taiwan) erano usciti i primi pesci luminosi (in quel caso verdi) mentre a gennaio dello scorso anno lo stesso laboratorio aveva reso luminosi alcuni maiali. Se nel secondo caso lo scopo era lo stesso dei gattini coreani, i pesci avevano tutt'altra funzione: diventare veri e propri "giocattoli" da acquario. Un destino simile era già stato riservato ad alcuni topi del California Institute of Technology (Usa) e per ANDi (acronimo di "Dna inserito", ma con Dna scritto al contrario), una scimmia rhesus della Oregon Health Sciences University (Usa), allo scopo di tracciare meglio le operazioni di trasferimento di materiale genetico.
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http://www.focus.it/notizie/2007/dicembre/gatti_fluorescenti_genetica_e_ricerca_medica.aspx