IL TIRRENO
21 MARZO 2008
Proprio non serve il sacrificio degli agnellini
Elena Meniconi
Centinaia di migliaia di agnellini, separati dalle loro madri, transitano sulle nostre strade stipati in enormi Tir, nei quali sono costretti a stare piegati per mancanza di spazio. Altre centinaia di migliaia, paralizzati dal terrore, aspettano di essere sgozzati e poi appesi a testa in giù. Sono oltre un milione gli agnellini che vanno incontro a questo destino a ogni Pasqua. Lagnello rappresenta sia per gli ebrei che per i cristiani il simbolo della Pasqua, una festa comune alle due religioni. La prima Pasqua ebraica, descritta nel libro dellEsodo, non è altro che la liberazione del popolo dIsraele, prigioniero in Egitto, e ruota attorno alla figura dellagnello: lagnello senza difetto, maschio, nato nellanno, doveva essere immolato al tramonto, e del suo sangue dovevano essere bagnati gli stipiti delle porte. Era chiaramente la prefigurazione del sacrificio del Cristo che avrebbe versato il suo sangue per la liberazione di tutti i viventi. Ma dal momento della sua passione, morte e resurrezione, per i cristiani è Cristo il solo e unico agnello: il sacrificio di altri animali diventa non solo inutile, ma anche contrario alla volontà di Dio. Molto chiaro è stato Benedetto XVI durante lomelia nella messa del giovedì santo del 5 aprile 2007 in San Giovanni in Laterano: +Gesù celebrò la Pasqua senza agnello. Anzi, non senza agnello: in luogo dellagnello ha donato se stesso, il suo corpo e il suo sangue. Ha offerto Egli stesso la sua vita. Egli stesso era lAgnello atteso, quello vero. Il gesto nostalgico, in qualche modo privo di efficacia, che era limmolazione dellinnocente e immacolato agnello, ha trovato risposta in Colui che per noi è diventato insieme Agnello e Tempio;.