AGI
7 APRILE 2008
MUCCA PAZZA, LE MISURE DI SICUREZZA IN ITALIA
Roma, 7 apr. - E' sempre alta la guardia per il possibile contagio da Mucca Pazza nel nostro paese, anche se da anni non si verificano casi. Gia' dopo il 1996, quando per la prima volta fu identificata una variante della sindrome di Creutzfeld-Jacob, collegata direttamente alla 'Bse' (e che e' quella che ha ucciso due persone in Spagna), l'Unione Europea e il Ministero della Salute hanno adottato una serie di misure volte ad eliminare qualsiasi possibile fattore di rischio per il consumatore di carni bovine e di prodotti derivati. Misure improntate al principio di "sicurezza alimentare integrata", cioe' "dal campo alla tavola". Per questo e' stato predisposto il divieto di utilizzazione di farine animali nell'alimentazione di tutti i ruminanti (bovini, bufalini, ovini e caprini). Un sistema di vigilanza permanente negli allevamenti, inoltre, deve notificare al servizio veterinario della Asl qualsiasi comportamento sospetto degli animali, riconducibile in particolare a una sintomatologia nervosa. Un accuratezza di controlli che si estende anche al post mortem: tutti gli animali condotti al macello vengono ispezionati e vengono svolti obbligatoriamente test per la Bse su tutti i bovini al di sopra dei 24 mesi di eta'. Per ulteriore precauzione, vengono eliminati (tramite incenerimento e coincenerimento) tutti gli organi e tessuti bovini che possono costituire materiale a rischio Bse nel macello in cui gli animali sospetti vengono abbattuti. Infine, e' stata intensificata la lotta alle macellazioni clandestine, svolta in collaborazione con i Nas, unitamente all'obbligo di etichettatura delle carni bovine che consente la tracciabilita' e la trasparenza. Una serie di misure che ha permesso negli anni di contenere l'infezione: 117 i casi di Bse bovina nel nostro paese, e un solo caso che ha colpito l'uomo (mentre in Gran Bretagna, focolaio dell'epidemia,si sono registrati 183.803 casi di Bse e 160 casi sull'uomo).