LIBERO
31 MAGGIO 2008
La follia di Treviso "No ai cani stranieri"
Oscar Grazioli
Gentilini, il prosindaco di Treviso, ha ragione. È ora di finirla con l'invasione di tutti questi cani di razze o incroci stranieri. Non se ne può più di Labrador, Golden Retriever, Yorkshire, Dalmata e compagnia bella. Il fatto che veterinari e cinofili si lamentino perché è quasi impossibile trovare un cane di razza italiana pura, non è altro che una presa di posizione "pro domo mea". Sparissero tutti i cani di razze straniere, veterinari, allevatori, gestori di pensioni, commercianti ecc. finirebbero sul lastrico, altro che amore per i cani. Di questo hanno paura e la loro difesa di Labrador, Shar Pei, Pechinesi e Siberian Husky è puro corporativismo. La crociata di Gentilini contro i cani stranieri ha una sua ragione d'essere e non si parli di razzismo: al massimo si può parlare di federalismo cinofilo. Bene ha fatto dunque il prosindaco, durante un convegno sulle unità cinofile della Forestale, a dire: «Non vogliamo razze straniere. Oggi chiedo un salto di qualità: avere come amico dell'uomo i cani e le razze che avevano i nostri progenitori. Vogliamo quegli amici dell'uomo che accompagnavano i nostri agricoltori e rispettavano l'economia floreale». Applausi, anzi standing ovation. Basta con tutti 'sti Terranova che sembrano orsi, Shi-Tzu profumati che sembrano baldracche, Bulldog inglesi e francesi bavosi, Akita Inu con gli occhi a mandorla che sembra di essere alla periferia di Tokyo, Chihuahua che stanno nello zainetto dei liceali mangiando tacos e peperoncino a colazione. Tutti cagnacci che si ritrovano poi al parco e pisciano sulle piante autoctone, con sovrano disprezzo, mentre un "cane nostrano" non si azzarderebbe mai ad alzare la zampa su un olmo, o un tasso. Piscerebbe volentieri su un cedro del Libano o su un acero giapponese, ma mai su un tralcio di Prosecco. E non si venga a dire che è difficile trovare razze italiane. Il Pastore Bergamasco, il Maremmano Abruzzese, il Lagotto romagnolo, lo Spinone italiano e puranco il Maltese (a dispetto del nome) sono da secoli razze tricolori, come il Cirneco dell'Etna o il Mastino Napoletano che hanno solo il difetto d'essere meridionali e varranno dotati di un lasciapassare per risiedere nel Trevigiano. Bravo Gentilini. E noi rilanciamo: fuori tutti i gatti stranieri. Balinesi, Siamesi, Persiani, scio', lasciate in pace le nostre pantegane.
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IL GIORNALE
31 MAGGIO 2008
Fuori dal Nord i cani stranieri
Treviso - Fra gli esclusi ci sarà sicuramente il mastino napoletano, lo dice il nome. Agli altri cani, chissà, forse Giancarlo Gentilini farà la prova della «cadrega» di Aldo, Giovanni e Giacomo, rispedendo sotto il Po quelli che non saltano sulla sedia. «Non vogliamo razze straniere» ha detto il prosindaco leghista di Treviso presentando un convegno sulle unità cinofile della Forestale: «Chiedo un salto di qualità: avere come amico dell’uomo i cani e le razze che avevano i nostri progenitori». Immediata e stizzita la reazione di allevatori e veterinari: «È difficile trovare una razza italiana di cane, figuriamoci veneta o trevigiana». Il Fido padano non esiste, Gentilini dovrà accontentarsi al massimo del bracco italiano.
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L'ARENA GIORNALE DI VERONA
31 MAGGIO 2008
Il prosindaco contro i cani di «razza straniera»
TREVISO - Nuova uscita provocatoria di Giancarlo Gentilini, il prosindaco di Treviso famoso per i suoi coloriti interventi contro immigrazione, criminalità e tutto ciò che, non «padano», lede la tranquillità dei suoi concittadini. Il pioniere delle «ronde» questa volta punta il dito contro i cani, con una dura presa di posizione: «Non vogliamo razze straniere. Chiedo un salto di qualità», ha detto. «Vogliamo gli amici dell’uomo che accompagnavano i nostri agricoltori e rispettavano l’economia floreale». Stupiti veterinari e allevatori: «È già difficile trovare una razza italiana. Figuriamoci una veneta o addirittura trevigiana».
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IL MESSAGGERO
31 MAGGIO 2008
Giancarlo Gentilini, prosindaco di Treviso, non perde occasione per far parlare di sé
Giancarlo Gentilini, prosindaco di Treviso, non perde occasione per far parlare di sé. Questa volta si è scagliato contro i cani stranieri: «Non vogliamo razze straniere» ha detto quest’uomo illuminato. Sarebbe il caso di fargli sapere che il fido “padano” non c’è e che quasi tutte le razze sono incroci di razze di altre zone geografiche. Non c’è, insomma, il cane italiano a denominazione controllata all’origine. Gentilini trova sempre il modo di affermare qualcosa di inedito. Non ci dorme la notte questo statista trevigiano. M.C.