L'ARENA GIORNALE DI VERONA
8 NOVEMBRE 2007
ALLARME. Da Fumane all’Est veronese si ripetono gli episodi, che non sono ormai più limitati alla primavera
Bocconi avvelenati è strage di cani e gatti
I veterinari: «Un fenomeno preoccupante» La Forestale: «Una banca dati aggiornata e controlli su chi vende gli antiparassitari»
Il problema è generalizzato su tutto l’arco dell’anno e non riguarda più solo aree marginali
Vittorio Zambaldo
Provincia di Verona - Cani e gatti muoiono in strada e nei giardini privati per colpa di bocconi avvelenati: gli ultimi casi segnalati a L’Arena arrivano da Fumane e Colognola ai Colli, e sono preoccupanti per le modalità.
Venerdì scorso un Labrador di sei mesi è stato salvato grazie al tempestivo intervento del veterinario con la lavanda gastrica. Il boccone era abbandonato sulla pista ciclabile di via Naronchi, nella parte bassa di Colognola, itinerario percorso da bambini, genitori e nonni perché collega il polo scolastico e la palestra con la zona residenziale del paese. È stato un gesto assurdo di cui ha fatto le spese un cucciolo regalato dai genitori al figlio disabile.
A Fumane, quasi in centro paese, Loredana Lavarini non ha invece potuto salvare Pepe, cucciolo meticcio di lupacchiotto di appena sette mesi, trovato sabato mattina già morto nel giardino di casa. L’autopsia h rivelato l’avvelenamento con probabile uso di pesticidi agricoli, ma sarà l’esame tossicologico a stabile con precisione le sostanze usate nel micidiale cocktail di cui era imbevuta la polpetta ingoiata da Pepe.
In casa di Loredana già lo scorso giugno era morta una gattina sempre per colpa di un avvelenamento e i due gatti, che ancora vivono in famiglia, sono di fatto segregati in casa per timore che facciano la stessa fine. Il fenomeno dei bocconi avvelenati sta assumendo caratteristiche sempre più inquietanti. Sono 72 i casi di avvelenamento denunciati da marzo 2002 allo scorso agosto, ma purtroppo il fenomeno non è circoscritto come in passato a un determinato periodo dell’anno, quando si pensava che il ripopolamento delle aree faunistiche, spingesse alcuni sconsiderati a distribuire bocconi avvelenati per il controllo indiscriminato dei predatori naturali.
E neppure è finalizzato a danno di cercatori di tartufi per difendere i siti migliori dall’intrusione di cani dei cercatori rivali. Graziano Galbero, presidente dell’Ordine dei medici veterinari della provincia di Verona, ha inviato due circolari a tutti gli iscritti per invitarli a segnalare al Corpo forestale dello Stato, ai carabinieri, alla polizia provinciale e alle Ulss i casi di morte per avvelenamento di animali domestici e selvatici di cui vengano a conoscenza.
«Non possiamo dire che ci sia una recrudescenza del fenomeno, avendo solo dati parziali, perché non tutti casi sono denunciati ai veterinari», spiega Galbero, «però il fenomeno è preoccupante perché le ragioni di questo comportamento sono le più varie: questo ci mette in crisi anche per quali indicazioni dare su come sia meglio intervenire nella repressione di questi gesti», ammette.
Per Paolo Guidi, coordinatore provinciale del Corpo forestale dello Stato, «la questione è difficile e molto delicata. A noi arrivano segnalazioni dalle diverse stazioni sul territorio. È vero che il fenomeno, in passato circoscritto ai mesi da febbraio a giugno, adesso è generalizzato su tutto l’arco dell’anno e non riguarda più solo aree marginali esterne ai centri abitati.
«Credo sia importante creare una banca dati aggiornata per avere un quadro d’insieme preciso e intensificare il controllo sul territorio. Purtroppo dobbiamo sempre fare i conti con la carenza di personale, ma ci siamo attivati ad esempio controllando i registri di vendita dei prodotti antiparassitari e abbiamo riscontrato più di una irregolarità. Il gesto di distribuire polpette avvelenate è odioso e il controllo estremamente difficile: per ottenere dei risultati serve la collaborazione e l’accordo fra diversi enti», conclude Guidi.