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| CURIOSITA' | |
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Autore | Messaggio |
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anacondina Moderatore
Numero di messaggi : 745 Età : 52 Data d'iscrizione : 13.07.07
| Titolo: Re: CURIOSITA' Ven Apr 11, 2008 8:25 pm | |
| Ali per nuotare Questo pinguino si diverte a fare surf nelle acque delle isole Malvine (o isole Falkland come le chiamano i britannici), in Argentina. Ma non è la sua unica specialità sportiva, il pinguino Papua della specie Pygoscelis papua è anche un provetto nuotatore, probabilmente il più veloce tra gli uccelli. Come tutti i pinguini, usa le ali non per volare ma per nuotare e si immerge a caccia di pesci e calamari. Esistono circa 17 specie diverse di pinguini, anche molto differenti tra loro per dimensione. Il pinguino imperatore – quello del film “La marcia dei pinguini” per intenderci – è il più grande e può arrivare anche a 1,20 metri di altezza. Mentre quelli che appartengono alle specie più piccole talvolta non superano i 50 centimetri. | |
| | | anacondina Moderatore
Numero di messaggi : 745 Età : 52 Data d'iscrizione : 13.07.07
| Titolo: Re: CURIOSITA' Ven Apr 11, 2008 8:26 pm | |
| Foto di gruppo glaciale La colonia che vive nelle Isole Sandwich Meridionali nell'Antartide conta oltre 10 milioni di esemplari, riuniti in circa 7,5 milioni di coppie. Parliamo dei pinguini antartici (Pygoscelis antartica), che in questa foto sono raggruppati su un iceberg nel mare di Weddel. Diversamente dai pinguini imperatore, di cui vi abbiamo raccontato la difficile lotta per la procreazione, questa specie non fa i salti mortali. La cova delle uova deposte (in genere due) avviene su nidi circolari dal diametro di circa 40 centimetri, costruiti con piccole pietre e rialzati da terra di una quindicina di centimetri. Entrambi i genitori covano, dandosi il cambio ogni 5-10 giorni: dopo 33-35 giorni i pulcini nascono e rimangono nel nido per quasi un mese. Successivamente raggiungano l'asilo dove tutti i piccoli si raggruppano per salvarsi dal grande freddo. | |
| | | anacondina Moderatore
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| Titolo: Re: CURIOSITA' Ven Apr 11, 2008 8:44 pm | |
| Pronti, partenza, via! Uccelli che non sanno volare, ma adorano nuotare. E eppure per riprodursi preferiscono zampettare. I pinguini imperatore (Aptenodytes forsteri) quando è ora di migrare dal mare ai loro nidi di nidificazione si alzano in piedi e percorrono infatti centinaia di chilometri. Inizia qui la loro marcia per la riproduzione. Siamo a marzo - ed è appena iniziato uno degli inverni più rigidi della Terra. Perché partire proprio con le peggiori condizioni climatiche? Il ciclo riproduttivo dei pinguini è perfettamente sincronizzato e quelli che devono essere avvantaggiati sono i pulcini che nasceranno, completamente nudi, e muoveranno i primi passi in un clima relativamente più mite... | |
| | | anacondina Moderatore
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| Titolo: Re: CURIOSITA' Ven Apr 11, 2008 8:45 pm | |
| Marcia sul ghiaccio Dopo giorni e giorni di marcia la carovana, composta anche da 50 mila individui, trova l'oamok, una distesa di ghiaccio, appena riparata da enormi montagne di ghiaccio, che diventerà l'alcova della nuova coppia e poi la nursery per la progenie. I pinguini sembrano non sentire che la colonnina di mercurio segna 40 gradi sotto zero. Il mantenimento della temperatura corporea è garantito d'altronde da un manto di piumino che trattiene uno strato di aria riscaldata e da uno strato di grasso sottocutaneo. Ma come fanno le loro zampe a non congelare mai? Irrorate dal sangue, non ghiacciano, ma rimangono appena un paio di gradi sopra la temperatura ambientale: questo per non disperdere attraverso di esse tutto il calore corporeo. | |
| | | anacondina Moderatore
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| Titolo: Re: CURIOSITA' Ven Apr 11, 2008 8:47 pm | |
| Tu mi turbi Una volta "riconosciutasi" in mezzo alla confusione, la neo coppia comincia la sua danza di seduzione, fatta di movenze leggere e di canti. I pinguini si registrano la firma vocale che servirà loro a non perdersi di vista nel marasma generale. Non tutti riusciranno però a trovare il compagno: quelli che rimangono fuori dai giochi, ritorneranno al mare, in attesa di una nuova stagione degli amori. La coppia invece ha una dura prova da affrontare: tra aprile e maggio staranno stretti stretti finché la femmina, dimagrita un terzo del suo peso, deporrà il suo unico uovo. | |
| | | anacondina Moderatore
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| Titolo: Re: CURIOSITA' Ven Apr 11, 2008 8:48 pm | |
| Covo... e non mi muovo L'uovo è il bene più prezioso per la coppia di pinguini che lo deve salvaguardare dal più temibile dei nemici, il gelo. Pochi secondi a contatto con il terreno ghiacciato e sarà inesorabilmente perso. L'affinità della coppia si misura nel più complicato dei balletti, quello in cui i due si passeranno l'uovo. La madre che lo ha tenuto sulle sue zampe il primo giorno, coperto dalla piega della sua pancia, lo deve far scivolare su quelle del maschio, che è meno provato e dovrà covarlo per i successivi due mesi. Una coppia poco affiatata e frettolosa rischia di perdere il frutto del loro incontro. Per i maschi più abili inizia la cova: camminando sui talloni, con l'uovo sulle zampe, si raggomitolano gli uni sugli altri, cercando un po' di tepore nel gruppo (tecnica detta huddling). | |
| | | anacondina Moderatore
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| Titolo: Re: CURIOSITA' Ven Apr 11, 2008 8:49 pm | |
| Questione di feeling Mentre la femmina, debole e affamata, ritrova il mare per rifocillarsi e immagazzinare cibo destinato al pulcino che nascerà, il maschio resiste a temperature fino a meno 80-100 °C per proteggere l'uovo, che nella sacca incubatrice gode di una temperatura costante di 35 °C. Il pulcino rompe il guscio dopo due mesi, ma rimane comunque "a bordo" del papà, perché il freddo lo ucciderebbe. Anche adesso il sincronismo dev'essere massimo: se la mamma non tornerà in tempo, il maschio sarà costretto ad abbandonare il piccolo per tornare a nutrirsi. Ma se la mamma sarà puntuale, il riconoscimento vocale la porterà subito dal suo piccolo che l'aspetta "a bocca aperta" | |
| | | anacondina Moderatore
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| Titolo: Re: CURIOSITA' Ven Apr 11, 2008 8:50 pm | |
| Sei forte, papà Il saluto del papà al pulcino è particolarmente intenso: quando tornerà dalla sua caccia per recuperare i 12-15 chili persi dopo un digiuno di quattro mesi, il piccolo sarà cresciuto e si troverà in una specie di asilo insieme a centinaia di altri pulcini. Con un solo verso, genitore e figlio si riconosceranno. Finché il piccolo non sarà autonomo, a circa 5 mesi di vita, madre e padre si alterneranno tra l'oamok e il mare. | |
| | | anacondina Moderatore
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| Titolo: Re: CURIOSITA' Ven Apr 11, 2008 8:52 pm | |
| Lotta per la vita Il primissimo pasto del pulcino è quello che gli offre il padre, che, pur patendo la fame mesi, ha una piccola riserva proprio per lui: si tratta di un liquido prodotto dall'esofago, chiamato "latte di pinguino" che consentirà al piccolo di sopravvivere due settimane in attesa del ritorno della mamma. I pinguini nascono praticamente nudi: il loro primo piumaggio è grigio,con in testa un elmetto nero, il secondo è simile ma più spesso e protettivo. Oltre al freddo e alla mancanza di cibo (se mamma o papà non tornano), i nemici per i più piccoli sono i crepacci che si aprono nel ghiaccio e predatori che arrivano dal cielo. | |
| | | anacondina Moderatore
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| Titolo: Re: CURIOSITA' Ven Apr 11, 2008 8:53 pm | |
| Tutti all'asilo Dopo le iniziali cure a carico del padre e della madre, i pulcini si aggregano in veri e propri "asili nido", sorvegliati da adulti che però non rivolgono loro nessuna cura parentale: ogni pulcino è infatti alimentato solo dai suoi legittimi genitori. Se questi periscono in mare o non ritornano in tempo, il loro destino è segnato. Si calcola che mediamente il successo riproduttivo (calcolato sui pulcini che lasciano l'asilo nido) sia del 64-65 per cento. | |
| | | anacondina Moderatore
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| Titolo: Re: CURIOSITA' Ven Apr 11, 2008 8:54 pm | |
| Cuori solitari Il pinguino e l'uomo si sono incontrati molto poco. Recentemente il contatto è avvenuto nel corso delle riprese di un film, "La marcia dei pinguini", durante il quale 4 operatori guidati dal registra e biologo francese Luc Jacquet hanno vissuto per 13 mesi in loro compagnia. I pinguini imperatore non sono una specie gravemente minacciata, anche se la presenza di basi scientifiche e il passaggio di elicotteri sopra le colonie possono turbarli nelle fasi delicate della riproduzione e della cura di uova e pulcini. | |
| | | anacondina Moderatore
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| Titolo: Re: CURIOSITA' Ven Apr 11, 2008 8:55 pm | |
| Peso da star A guardarli anche da vicino maschi e femmine di pinguino imperatore non mostrano grandi differenze, anzi. In questa specie di pinguino non c'è quasi dimorfismo sessuale, quella caratteristica per cui maschi e femmine sviluppano conformazioni fisiche differenti. I pinguini imperatori hanno tutti lo stesso manto e quasi la stessa stazza, una trentina di chili. La troupe che ha girato il film, "La marcia dei pinguini", oltre a condividere con loro le bassissime temperature dell'inverno antartico, era costretta trasportavano con sé ogni giorno una sessantina di chilogrammi di attrezzatura per filmarli nelle uniche due ore di luce concesse dall'inverno antartico... | |
| | | anacondina Moderatore
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| Titolo: Re: CURIOSITA' Mar Apr 15, 2008 12:07 pm | |
| Serpente antichissimo con gambe in bella vista L'uso di speciali apparecchiature ha permesso di ottenere un'immagine precisa della parte ossea della zampa ancora intrappolata nella roccia. Immaginare un cobra con le zampe può farci sorridere (o tremare di paura), ma, in una loro particolare fase evolutiva, questi rettili apparvero proprio così, come conferma uno dei rari fossili di serpente "bipede" rinvenuto in Libano. (Elisabetta Intini, 11 aprile 2008) Un serpentone fossile vissuto 92 milioni di anni fa è giunto fino a noi grazie a una roccia calcarea, che l'ha preservato per tutto questo tempo. Fin qui niente di strano, se non fosse per quella piccola, tozza protuberanza all'altezza della coda: una gamba fatta e finita, con tanto di femore, tibia e perone. Dal 2000, anno del ritrovamento del reperto, gli scienziati aspettavano di sapere dove fosse finita l'altra zampa del rettile, visto che sulla superficie della roccia se ne scorgeva soltanto una. A risolvere il rompicapo ci ha pensato una sofisticata tecnica ai raggi x in uso presso l'European Light Source (Esrf) a Grenoble, in Francia, che ha permesso agli scienziati di vedere anche l'altro arto, rimasto incastrato in uno strato inferiore del masso. Il protagonista di questa vicenda è un esemplare di Eupodophis descouensi, un serpente lungo 85 centimetri e munito di due zampe posteriori che, con ogni probabilità, gli erano del tutto inutili. Saranno invece utilissime ai ricercatori, che useranno questo reperto - insieme agli altri rarissimi fossili di serpenti bipedi scoperti finora, come quello raccontato da Focus.it nel 2006 (vedi) - per fare luce sull'origine ancora misteriosa di questi animali. Tra gli scienziati infatti c'è chi giura che i serpenti discendono da lucertoloni preistorici che persero progressivamente le zampe, e chi invece propende per una loro origine acquatica. | |
| | | anacondina Moderatore
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| Titolo: Re: CURIOSITA' Mar Apr 15, 2008 12:10 pm | |
| Il geco sempre-in-piedi I gechi non finiscono mai di stupire. Dopo averne studiato le zampette, caratterizzate da una superficie simile al velcro, che assicura aderenza a qualunque superficie, ora gli scienziati si interrogano sulle doti della coda dei piccoli rettili. Studiando le abilità motorie del piccolo rettile, Robert Full (Università della California, Usa), ha notato che i gechi, ottimi arrampicatori su superfici ripide e scivolose, cadono raramente e, quando succede, atterrano sempre sulle zampe, come i gatti. Filmandoli su superfici di varia scivolosità, Full ha scoperto il loro segreto: la coda a "cavalletto di bicicletta", che, come una quinta zampa, bilancia sul nascere le perdite di equilibrio. Ma la coda entra in gioco anche quando la caduta è inevitabile, quando il geco la dispone a 90° rispetto al corpo: questo gli permette una rapidissima rotazione che evita l'impatto sul dorso. Una soluzione "naturale" che la tecnologia cerca di imitare. | |
| | | anacondina Moderatore
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| Titolo: Re: CURIOSITA' Mar Apr 15, 2008 12:14 pm | |
| La mossa dello squalo La ricerca di cibo, per gli squali, non è per nulla un'attività semplice. Uno studio ha mostrato infatti come alla base degli spostamenti apparentemente casuali dei grandi predatori marini alla ricerca di che sfarmarsi, c'è sempre una precisa strategia. Catalogando i dati raccolti dall'analisi dei movimenti di alcune specie marine, tra le quali squali, appunto, e tartarughe, David Sims (Marine Biological Association, Plymouth, Regno Unito) è arrivato alla conclusione che anche sott'acqua va per la maggiore un comportamento motorio detto "Lévy walk" (andatura di Lévy). Questa definizione è stata usata per la prima volta nel 1966 per descrivere il moto degli albatross (uccelli oceanici), fatto da un insieme di movimenti caratterizzati dall'alternanza di molti brevi "salti" in avanti e di pochi spostamenti più lunghi. Quasi si trattasse di una tecnica universale che accomuna le specie viventi alla ricerca di cibo, secondo Sims la strategia dello squalo «è con tutta probabilità l'evoluzione di un comportamento in risposta alla distribuzione delle prede nel territorio di caccia». E più le prede sono distribuite in modo disomogeneo, più i predatori hanno bisogno di questo tipo di movimenti per ottimizzare la caccia. [Foto © D. Sims: marcatura di uno squalo elefante allo scopo di tracciare i suoi spostamenti.] | |
| | | anacondina Moderatore
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| Titolo: Re: CURIOSITA' Mar Apr 15, 2008 12:16 pm | |
| Pulcini intraprendenti La formula per crescere più sani e forti? L'hanno trovata dei pulcini di molotro, uccello parassita che invade i nidi altrui, ma che, invece di cacciare gli occupanti, sceglie una proficua convivenza. Un nido di febe con un ospite poco desiderato: quello con la bocca spalancata sulla destra è infatti un pulcino di molotro. La convivenza nel nido altrui gli permetterà di crescere più forte degli altri pulcini legittimi. Foto: © Màrk E. Hauber L'unione fa la forza, anche se si è diversi, pelle e ossa, spelacchiati e appena nati. E i pulcini di molotro testabruna (Molothrus ater), uccello parassita che vive nelle pianure americane occidentali e utilizza i nidi di altri volatili per la propria cova, lo hanno capito bene. È il risultato di una nuova ricerca fatta da un gruppo di zoologi inglesi, americani e neozelandesi sul comportamento parassitario di questi passeriformi. Meglio accompagnati che soli e… “I piccoli di molotro crescono più in fretta quando nel nido in cui nascono, oltre ai genitori ospite, ci sono anche i pulcini legittimi - spiega Rebecca M. Kilner, membro del gruppo di scienziati - Di solito i pulcini degli uccelli parassiti uccidono la covata ospite per assicurarsi di non avere rivali nella richiesta di cibo. In questo caso non lo fanno, ma condividono il nido con i fratellini acquisiti”. Sono stati studiati 20 nidi di febe orientale (Sayornis phoebe) una delle cento e più specie che il molotro usa come ospite. In genere gli uccelli professionisti nel "parassitismo di cova" depongono il proprio uovo tra quelli di un'altra specie: al momento della schiusa, il pulcino si adopera per buttare fuori dal nido le uova, o uccidere i piccoli, e prende possesso della nuova casa, sfruttando i genitori adottivi che non si accorgono dell'inganno. Meglio in coro che solisti. Nel caso dei molotro si è visto che la condivisione del nido con i pulcini di febe ne favoriva la crescita. In pochi giorni i piccoli approfittatori aumentavano di peso e taglia di circa il 14% in più rispetto a quelli che occupavano il nido da soli, dopo averne cacciato i legittimi occupanti. Secondo i ricercatori questo accade perché le invocazioni di richiesta di cibo di tre pulcini insieme stimolano più intensamente i genitori rispetto ad un unico pigolio. E soprattutto perché i genitori sono più recettivi se nel nido, oltre al piccolo invasore, è presente anche la propria prole. In questo caso non ci sono sconfitti nella competizione naturale. Invasori e invasi sopravvivono entrambi. | |
| | | Admin Admin
Numero di messaggi : 2765 Età : 59 Data d'iscrizione : 10.07.07
| Titolo: Re: CURIOSITA' Mer Apr 16, 2008 11:52 pm | |
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| | | ALENA Admin
Numero di messaggi : 2105 Età : 44 Data d'iscrizione : 14.07.07
| | | | anacondina Moderatore
Numero di messaggi : 745 Età : 52 Data d'iscrizione : 13.07.07
| Titolo: Re: CURIOSITA' Sab Apr 26, 2008 7:18 pm | |
| Pulizia dei denti Un po’ di cibo tra i denti? Niente paura arriva il dentista giallorosso. Il gamberetto in questione, un Lysmata amboinensis che non ha niente a che fare con le squadre di calcio, è qui indaffarato a pulire la dentatura di una cernia pomodoro (Cephalopholis sonnerati). Qualche volta i pesci, che possono essere anche molto grandi, si mettono “in fila” ad aspettare pazientemente il proprio turno di pulizia. E senza parcella da capogiro: al gamberetto basta un gustoso pranzo a base di parassiti e la protezione dai predatori della zona. Ma non è l’unica particolarità di questi animaletti: sono ermafroditi, nascono | |
| | | anacondina Moderatore
Numero di messaggi : 745 Età : 52 Data d'iscrizione : 13.07.07
| Titolo: Re: CURIOSITA' Sab Apr 26, 2008 7:22 pm | |
| La morte prematura del rex Crescevano in fretta, ma non vivevano molto: queste le nuove scoperte sui dinosauri Tyrannosaurus rex, gli animali più grandi che siano mai vissuti sulla Terra. Le ossa di Sue, un Tyrannosaurus rex ritrovato presso Faith in South Dakota (U.S.A.), sono conservate al Field Museum di Chicago. Questi grandi dinosauri erano destinati morire giovani: perché? Foto: © Field Museum Quanto era lunga la vita del tirannosauro, feroce carnivoro delle foreste del Cretaceo? Era longevo come le tartarughe, che vivono anche un secolo, o la sua esistenza era breve? Cresceva piano e costantemente negli anni o raggiungeva la sua enorme corporatura in poco tempo? Queste domande se le sono poste in molti. Ora, grazie ad uno studio condotto da paleontologi dell'università della Florida, si hanno anche le risposte. “Per la prima volta abbiamo determinato la durata della vita dei Tyrannosaurus rex - afferma Gregory M. Erickson, uno degli autori della ricerca - Vivevano in media una trentina d'anni, quanto bastava comunque per essere tra i più grandi animali mai vissuti sulla Terra”. Esplosione adolescenziale. Bestioni lunghi 15 metri e più, raggiungevano la piena maturità somatica tra i 14 e i 18 anni, crescendo con una rapidità incredibile: anche 2 kg al giorno per 4 anni, fino ad arrivare a pesare 5 tonnellate. Una vera e propria esplosione adolescenziale. Dopo questo periodo il tasso di crescita rallentava o si interrompeva. Il rex degli anelli. “Abbiamo studiato l'indice di crescita del T.rex e di altri dinosauri suoi consimili attraverso una tecnica innovativa - spiega Erickson - Contando gli anelli di sviluppo presenti nelle ossa. Proprio come per le piante, ogni anello corrisponde ad un ciclo di crescita annuale”. Nelle ossa grandi però, durante gli anni, il midollo presente si fa spazio cambiando la dimensione degli anelli e rendendone difficile la lettura. “Focalizzando le analisi sulle ossa piccole, come costole e peroni, che non sviluppano cavità - racconta lo studioso - abbiamo ricavato molte informazioni”. Sono state esaminate più di 60 ossa di 20 diversi fossili appartenenti a quattro dinosauri tra loro imparentati trovati nel nord America, tutti carnivori e ben piazzati. Tra i reperti studiati anche quelli del tirannosauro Sue, lo scheletro meglio conservato al mondo, ospite permanente del museo di Chicago (U.S.A.). E le evidenze sono chiare: crescevano in fretta ma non vivevano molto, ovviamente in paragone alla durata della vita umana e di altri animali. “Conoscere i parametri di crescita di questi giganti permetterà ai paleontologi di saperne di più sulla loro biologia, evoluzione, dinamica delle popolazioni e biomeccanica”, conclude Erickson. | |
| | | anacondina Moderatore
Numero di messaggi : 745 Età : 52 Data d'iscrizione : 13.07.07
| Titolo: Re: CURIOSITA' Sab Apr 26, 2008 7:24 pm | |
| Sentire sott'acqua si può Una recente ricerca ha tracciato l'evoluzione del sistema uditivo dei cetacei... Una megattera (Megaptera novaeangliae) scorta la prole a esplorare il mare: come comunicano? Riescono a sentirsi sott'acqua attraverso un orecchio speciale. Sentire sott'acqua non è certo facile. Se poi non si hanno orecchie adatte a percepire i suoni tra i flutti, la vita marina è un vero dilemma. Ma i Cetacei ne sono forniti e si sono guadagnati questa capacità in 50 milioni di anni di evoluzione e adattamenti. Ora, grazie ad una ricerca condotta da un team internazionale di studiosi, si conoscono le fasi dello sviluppo del sistema uditivo di questi animali: da orecchie "aeree", con padiglione e membrana timpanica, a orecchie "subacquee", prive di padiglione dove il suono viene trasmesso attraverso un pannello adiposo presente nella mandibola fino ad una bolla timpanica. Messaggi subacquei. Studiando i crani e i relativi ossicini auricolari di quattro fossili rivenuti in Pakistan, gli scienziati hanno ricostruito il quadro delle fasi evolutive dell'orecchio esterno e medio degli Odontoceti, di quei Cetacei cioè provvisti di denti, come balene, delfini e orche. “L'udito per le balene moderne, come per gli altri mammiferi marini, è il senso più importante; permette loro di comunicare, di localizzare le prede - spiega J.G.M. Thewissen, uno degli autori della ricerca - Senza un ottimo meccanismo di trasmissione dei suoni non riuscirebbero a sopravvivere”. Dall'aria all'acqua. Come emerge dalla ricerca però le prime balene non avevano questa capacità perché, a dirla tutta, avevano ben poco in comune con i cetacei moderni. Erano, infatti, grossi mammiferi terrestri con zampe, coda e pelo. Vivevano lungo le coste e occasionalmente facevano qualche bagnetto, in cerca di pesci di cui andavano ghiotti. Le loro orecchie erano predisposte ad una vita aerea, con tanto di evidenti padiglioni auricolari, e sentire sott'acqua per i Pachiceti, questo il nome delle balene primitive, era un problema. “Come dimostrano i fossili, nei milioni di anni, questi mammiferi iniziarono però ad adattarsi completamente alla vita acquatica - racconta Thewissen - sviluppando un corpo affusolato, una pelle liscia e senza peli, trasformando le zampe in pinne e evolvendo orecchie adatte a percepire i suoni nel mezzo fluido”. Nei Remingtonoceti e nei Protoceti, esemplari più recenti di 43-46 milioni di anni fa, si vede come il sistema uditivo stia abbandonando la morfologia "aerea" e acquisendo sempre più proprietà acquatiche. Potevano ancora percepire i suoni attraverso l'aria ma questa era solo una fase intermedia. “Fu poi con i Basilosauri, 40 milioni di anni fa, che il mare ebbe il sopravvento. Anche se non ancora completamente moderni, questi animali rappresentano l'ultima fase dell'evoluzione delle orecchie dei Cetacei che adesso noi conosciamo” conclude Thewissen. | |
| | | anacondina Moderatore
Numero di messaggi : 745 Età : 52 Data d'iscrizione : 13.07.07
| Titolo: Re: CURIOSITA' Sab Apr 26, 2008 7:27 pm | |
| Urla nel silenzio: il vocabolario muto degli scoiattoli Un vocabolario di messaggi senza suono: i ricercatori scoprono in un piccolo roditore un modo di comunicare tutto particolare... Come avvertire i compagni del pericolo senza farsi sentire? Questi piccoli roditori usano vocalizzazioni ultrasoniche. Lo fanno i delfini nelle profondità marine, i pipistrelli nelle grotte, molti insetti nelle foreste e adesso nuovi studi dicono che lo fanno anche gli scoiattoli nelle praterie: usano gli ultrasuoni per comunicare. Zoologi canadesi, studiando il comportamento in natura di questi animali, hanno scoperto che, oltre ad avere un "vocabolario" da noi udibile composto da una grande varietà di versi che raggiungono gli 8 mila Hertz, utilizzano anche suoni ad alte frequenze che l'orecchio umano e soprattutto quello dei loro predatori non può percepire. "Per avvertire i compagni di eventuali nemici in arrivo - spiega David R. Wilson, uno dei ricercatori - usano ultrasuoni con frequenze che arrivano anche a 50 mila Hertz". Gli scoiattoli di terra di Richardson (Spermophilus richardsonii), tipici roditori del Canada e del nord degli Stati Uniti, vivono in aree pianeggianti con pochi alberi e ripari per nascondersi. Scavano elaborate tane che raggiungono anche 15 metri di lunghezza e 2 di profondità con molte stanze e diverse entrate nelle quali si rifugiano passando molto del loro tempo. Ma quando ne escono in cerca di cibo sono preda di rapaci e mammiferi carnivori. Un muto grido d'allarme. I ricercatori pensano che i segnali ultrasonici emessi siano allarmi per i compagni che si trovano in pericolo. "Il destinatario del richiamo - racconta Wilson - riesce a capire, mettendosi in allerta, che un predatore è in arrivo e quindi a scappare. Il fatto che il segnale di pericolo non sia udibile dal nemico rappresenta un vantaggio per lo scoiattolo e per l'intera colonia". Gli zoologi hanno registrato sul campo le vocalizzazioni emesse e analizzato le reazioni degli scoiattoli notando che avevano comportamenti di allarme anche in momenti in cui non si percepiva nessun rumore. Questo però era vero unicamente per i ricercatori, i suoni c'erano, ma li sentivano solo gli scoiattoli. | |
| | | anacondina Moderatore
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| Titolo: Re: CURIOSITA' Gio Mag 15, 2008 8:58 pm | |
| L'erba del gatto è sempre più verde Gli animali hanno imparato a riconoscere gli effetti di piante e sostanze varie e le usano per divertirsi, rinvigorirsi o curarsi. Ecco alcune delle 300 specie animali che si abbandona al vizio spontaneamente. L'animale più studiato per verificare le dipendenze da sostanze inebrianti è il gatto. A partire dall'erba gatta - o gattaia - che serve solo per pulire l'apparato digerente, il gatto selvatico sviluppa una dipendenza verso alcune piante che poi cercherà regolarmente. Tra queste, la Nepeta Cataria, il Teuclum Marum e la Valeriana: la prima è un afrodisiaco che dà al maschio maggiore potenza prolungando l'erezione e alla femmina un comportamento voluttuoso. La valeriana invece è un potente allucinogeno. | |
| | | anacondina Moderatore
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| Titolo: Re: CURIOSITA' Gio Mag 15, 2008 9:10 pm | |
| Volaaare, o-ho! Il caso più divertente di sbornia collettiva è rappresentato però dai pettirossi americani. Questi si nutrono di bacche, specie quelle dell'arbusto conosciuto come California Holly, capaci di farli ubriacare. I pettirossi si cibano smodatamente di questa pianta (circa trenta bacche quando in realtà, per nutrirsi, ne basterebbero cinque). Dopo la scorpacciata, è possibile vedere stormi di uccelli che volano in modo caotico e comico; molti si divertono spingendosi in inseguimenti e giochi stupidi tra di loro, altri giacciono al suolo sbattendo le ali in una sorta di intorpidimento, altri ancora svolazzano addentrandosi in case e auto. Non si riporta nessuna morte per "overdose" da bacca, ma molti uccelli rimangono uccisi dalla interazione con l'uomo oppure sono facile preda di gatti e cani. | |
| | | anacondina Moderatore
Numero di messaggi : 745 Età : 52 Data d'iscrizione : 13.07.07
| Titolo: Re: CURIOSITA' Gio Mag 15, 2008 9:12 pm | |
| Cervo volante, pericolo costante Anche comunissimi insetti come formiche e mosche non sono esenti dall'uso di sostanze stimolanti. Le mosche, ad esempio, sono molto attratte dal fungo chiamato amanita muscaria, il cui nome deriva proprio da "mosca", in quanto è noto che questi insetti sono attratti dai cappelli del fungo e ne rimangono "stecchiti". Il comportamento più bizzarro che si osserva in natura tra gli insetti è quello del cervo volante. Queste creature sono consumatrici avide della secrezione di linfa in fermentazione delle querce. Il liquido in questione rappresenta una specie di birra naturale con la quale i cervi volanti si ubriacano. Dapprima cominciano a schiamazzare, poi cadono barcollando dall'albero, cercano di reggersi goffamente sulle zampe, peraltro senza successo, e smaltiscono la sbornia dormendo. | |
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| Titolo: Re: CURIOSITA' | |
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