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28 DICEMBRE 2007
Sta meglio la femmina di capriolo sequestrata a Castello dell'Acqua
La Polizia Provinciale l'ha trovata in un recinto, legata al collo con una corda.
Castello dell'Acqua (SO) - Il Centro di Recupero della Fauna Selvatica dell'Amministrazione Provinciale è un'area di 20mila metri quadrati situata nel comune di Ponte in Valtellina, a 700 metri di altitudine, esposta a sud, con prati e alberi d'alto fusto. Qui, insieme ad altri animali selvatici, è ospitata da qualche settimana la femmina di capriolo sequestrata a Castello dell'Acqua, accudita da tecnici specializzati e da personale sanitario che vegliano sulla sua salute. Per garantire il suo benessere e per favorirne il recupero è stato recintato uno spazio di 100 metri quadrati, provvisto di tettoia e di acqua corrente, che agevola i primi contatti con gli altri caprioli, mentre un medico veterinario vigila sulla sua alimentazione. I miglioramenti in questi ultimi giorni sono stati evidenti, come i visitatori del centro hanno potuto verificare di persona, ed entro pochi giorni la capriola potrà correre insieme agli altri animali selvatici in tutta l'area del centro faunistico. Le sue condizioni, attestate da un referto del medico veterinario incaricato dalla Provincia, erano ben diverse quando l'animale è giunto a Ponte dopo il sequestro operato dagli agenti della Polizia Provinciale intervenuti lo scorso 7 dicembre, a Castello dell'Acqua, a seguito di un esposto nel quale era stata segnalata la presenza di una femmina di capriolo di circa 6-7 anni, illegalmente detenuta e costretta in un recinto di due metri quadrati, legata al collo con una corda di canapa.
Il fatto, secondo quanto disposto dalla legge, era stato prontamente segnalato alla Procura della Repubblica che ne aveva convalidato il sequestro affidando l'animale alla Provincia. La visita del medico veterinario, effettuata nel pomeriggio dello stesso giorno, aveva riscontrato nella femmina di capriolo difficoltà di movimento, dovute alla lunghezza eccessiva delle unghie, un'evidente lesione al collo (ben visibile nelle fotografie allegate), un atteggiamento di sottomissione e paura non tipico della sua specie e la non abitudine ad alimentarsi correttamente con fieno ed erba fresca. La sorprendente ripresa avvenuta in queste tre settimane lascia supporre che la cattività abbia inciso in maniera molto negativa sulle condizioni fisiche della femmina di capriolo , mentre il ricovero presso il centro gestito dalla Provincia sta favorendo il ritorno ad uno stato tipico della sua specie, come si evince dal referto stilato a seguito della nuova visita effettuata nella mattinata di oggi dal medico veterinario. L'animale ha perso peso, la massa muscolare sta lentamente recuperando la naturale tonicità e il contatto con gli altri caprioli le permette di riconoscersi nella sua specie avendo avuto fin da piccola un imprinting di tipo umano. Amorevolmente accudita dal responsabile del Centro di Recupero della Fauna Selvatica, alimentata con regolarità, lasciata libera di muoversi senza le costrizioni che avevano sin qui caratterizzato la sua vita, attorniata da altri animali selvatici, la femmina è quindi sulla strada di un totale recupero.