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anacondina
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MessaggioTitolo: Re: CURIOSITA'   CURIOSITA' - Pagina 4 EmptyDom Gen 20, 2008 6:11 pm

Difetti ottici

Moltissimi animali, in particolare i mammiferi , hanno quelli che, negli uomini, si definiscono difetti ottici: in particolare sono miopi e daltonici. Molte specie di grosse dimensioni, come rinoceronti ed elefanti, non vedono lontano e si affidano all'olfatto e all'udito per determinare la presenza di altri animali. Anche i cani sono miopi; secondo Stanley Coren, psicologo americano esperto di animali, il migliore amico dell'uomo vede il mondo come attraverso una garza sottile. Quasi tutti i mammiferi, inoltre, sono daltonici, cioè non riescono a distinguere il rosso e il verde. Solo molti primati, ma non tutti, riescono a vedere tutti i colori che vediamo noi umani; anzi a volte vedono più sfumature. Quanto alla correzione, alcune aziende hanno messo in commercio occhiali per cani, ma senza successo di mercato.
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MessaggioTitolo: Re: CURIOSITA'   CURIOSITA' - Pagina 4 EmptyMar Gen 22, 2008 3:28 pm

Quanto vivono le farfalle?

Nel mondo si stima che esistano dalle 15 mila alle 20 mila specie di farfalle, insetti che appartengono all'ordine dei lepidotteri, e che hanno caratteristiche molto diverse da specie a specie. Nel linguaggio comune, con il termine di "farfalla" si intende l'adulto di questo insetto, (che in termini scientifici si chiama "imago") ed è passato dagli stadi di larva ( bruco) e di pupa (crisalide), in un ciclo di trasformazioni che può durare anche anni.
La maggior parte delle farfalle adulte ha una vita breve: da qualche giorno a un paio di settimane. Ma alcune vivono molto più a lungo, come la cedronella, presente anche in Italia, che può superare l'anno.
Un caso particolare è la Farfalla monarca, diffusa soprattutto in Nord America. In autunno migra a sud, verso California, florida e Messico.E può capitare che compia questo lungo viaggio anche un paio di volte, dato che la sua vita arriva perfino a 2 anni.


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MessaggioTitolo: Re: CURIOSITA'   CURIOSITA' - Pagina 4 EmptyMar Gen 22, 2008 3:45 pm

Elefanti e topi

Ci aveva già pensato Dumbo, in compagnia del suo amico, il topo Timoteo, ad abbattere lo stereotipo dell'elefante che ha paura dei topi.
A spaventare i pachidermi, invece, ci pensa un'aggressiva ape africana, in grado di mettere in fuga un branco. La scoperta è stata fatta dalla Oxford University: l'esperimento, svolto su 17 branchi, ha mostrato che se gli elefanti sentono il ronzio di uno sciame, nel giro di 80 secondi al massimo si danno alla fuga. Le api infatti sono attratte dai depositi di acqua intorno agli occhi degli elefanti e possono infliggere dolorose punture dentro la proboscide.
Un'altra cosa che può mettere in fuga gli elefanti è vedere un uomo vestito di rosso. Lo spiega uno studio svolto in Kenia da ricercatori Britannici. In alcune zone gli elefanti convivono con i Masai che spesso, come prova di virilità, colpiscono gli elefanticon le lance.
Quando ai pachidermi sono stati mostrati abiti rossi, colore tradizionale dei Masai, gli elefanti hanno esibito comportamenti aggressivi e segnali di fuga.


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MessaggioTitolo: Re: CURIOSITA'   CURIOSITA' - Pagina 4 EmptyMar Gen 22, 2008 9:14 pm

Perchè i gatti si fanno le unghie?


Molti proprietari di gatti si lamentano perché i loro amatissimi compagni decidono di “farsi le unghie” sul divano di casa, sulle tende del salotto, sulla tappezzeria o ancora sulle sedie di paglia… In compenso, il grattatoio ultra raffinato messo a loro disposizione viene lasciato completamente illeso… “Farsi le unghie” ha un importante significato nell’ambito della comunicazione felina. Si tratta infatti di una marcatura visiva ed olfattiva. Dal punto di vista della comunicazione visiva, il gatto graffia un oggetto orizzontalmente o verticalmente e lo segna in modo piuttosto evidente. Così facendo rende visibile ad altri gatti la sua presenza nel territorio e lascia, attraverso i graffi, un segnale a lungo termine. Facendosi le unghie emette anche un segale olfattivo: il gatto possiede infatti delle piccole ghiandole interdigitali che vengono “spremute” ed attivate al momento del graffio lasciando in tal modo delle secrezioni olfattive (feromoni) sugli oggetti.
Questo comportamento, che ha inoltre la funzione di affilare gli artigli eliminando i vecchi, e di rafforzare i muscoli, compare a uno stadio precoce nella vita del gatto ed ha un'origine in parte ereditaria ed in parte appresa dalla mamma. Viene manifestato spesso subito dopo il sonno e vicino al luogo di riposo. In condizioni naturali, i luoghi graffiati si trovano più frequentemente all’interno dell’area dove vive una colonia, lungo i percorsi utilizzati dai gatti, piuttosto che alla periferia. Il comportamento di graffiare in modo distruttivo gli oggetti o alcune parti della casa può essere limitato introducendo nell’ambiente un idoneo grattatoio. Per fare in modo che il gatto utilizzi il grattatoio è però necessario posizionarlo nei pressi dell’area di riposo preferita dall’animale, e assicurarsi che sia ben saldo e fissato (per evitare che cadendo spaventi il gatto). Per rendere più attraente il grattatoio agli occhi e soprattutto alle unghie del gatto, può essere utile appendere su di esso un gioco o sfregare sulla sua superficie dell’erba gatto. Il gatto andrebbe inoltre ricompensato (per es. con una carezza o con un bocconcino prelibato) tutte le volte che si avvicina al grattatoio e si fa le unghie su di esso.
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MessaggioTitolo: NO agli animali in acquari   CURIOSITA' - Pagina 4 EmptyGio Gen 24, 2008 5:56 pm

L'acquario non è un luogo adatto alle meduse perché c'è il rischio che questi animali vadano a sbattere o striscino contro le pareti. Le meduse infatti non devono mai urtare contro corpi duri né sfregare contro qualcosa di ruvido, perché si rompono o si feriscono. Fatte per il 90% di acqua, sono molto fragili, e basta il minimo urto per causare loro un danno che, oltretutto, facilmente si infetta.
Bisogna dunque che stiano in un flusso costante di acqua, studiato secondo le necessità e le misure di ogni specie, che le allontani dalle pareti senza però traumatizzarle con troppa energia.
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MessaggioTitolo: Qual è il cane che assomiglia più al lupo?   CURIOSITA' - Pagina 4 EmptyGio Gen 24, 2008 5:57 pm

Le razze canine più simili al lupo sono due: il cane lupo cecoslovacco e il cane lupo di Saarlos, entrambe classificate come razze da pastore. La prima, riconosciuta dalla Federazione Cinofila Internazionale solo nel 1989, nasce negli anni '50 in Cecoslovacchia ad opera di un militare, Karel Hartl, che fece incrociare i lupi dei Carpazi con i pastori tedeschi. Hartl sviluppo la razza per migliorare la salute, la resistenza, la tenacia dei cani da lavoro e da guardia della Guardia di confine di Libìjovice (nell'odierna Slovacchia).
Il cane lupo di Saarlos, riconosciuto dopo una lunga selezione nel 1975, ha origine invece in Olanda per volontà di Leendert Saarloos (1884-1969), che fece accoppiare un cane pastore tedesco e una lupa.
Esiste anche il “lupo italiano”, il cui primo esemplare è del 1966, figlio di una lupa dell'Alto Lazio e di un pastore tedesco, la razza però non è stata ufficialmente riconosciuta e l'unico allevamento esistente, l'Etli, Ente per la tutela del lupo italiano, non vende gli animali, ma li dà in affidamento.
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MessaggioTitolo: Animali e artrosi   CURIOSITA' - Pagina 4 EmptyGio Gen 24, 2008 5:58 pm

Studi recenti hanno dimostrato che a soffrire di artrosi sono quasi tutti i vertebrati: dai mammiferi agli uccelli, dai pesci agli anfibi e persino i rettili. Segni evidenti di questa patologia, che colpisce le articolazioni (degenerandone la cartilagine), sono stati notati anche negli scheletri dei mammut e dei dinosauri. E questo fa pensare che l'artrosi, più che una malattia vera e propria, sia un antico meccanismo di riparazione e rimodellamento delle ossa, soggette agli effetti della gravità terrestre.
Gli unici animali in cui l'artrosi non è stata riscontrata sono i pipistrelli e i bradipi (un gruppo di mammiferi brasiliani di 50-70 cm di lunghezza, con coda cortissima, testa piccola, lunghi arti, pelo abbondante e formidabili unghie ricurve). Il motivo? Entrambi dormono (e talvolta passano il tempo anche da svegli) con il corpo sospeso e capovolto, mettendo in trazione lo scheletro e riuscendo così, secondo gli scienziati, a compensare e annullare il carico cui sono sottoposte le articolazioni nelle normali attività.
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kurtclaudia
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MessaggioTitolo: Re: CURIOSITA'   CURIOSITA' - Pagina 4 EmptyGio Gen 24, 2008 6:01 pm

Meno male che siamo in buona compagnia per l'artrosi..... che è proprio dolorosa! Shocked
Ciao flower
Claudia
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MessaggioTitolo: Re: CURIOSITA'   CURIOSITA' - Pagina 4 EmptyVen Gen 25, 2008 1:11 pm

Come fanno gli insetti a battere le ali?

Gli insetti battono le ali da 20 a 600 volte al secondo. Il rapido movimento, coordinato da una schiera di organi usati come sensori (occhi compresi), è estremamente complesso e solo di recente gli scienziati hanno cominciato a capirlo. Le ali, infatti, cambiano orientazione durante ciascun battito: quando l'ala viene abbassata, il suo lato anteriore è rivolto verso l'alto; poi, grazie a una rapida rotazione, la situazione si inverte quando l'ala viene sollevata. Il moto, simile a quello del remo di una barca, descrive una sorta di 8 inclinato e permette agli insetti le straordinarie acrobazie che conosciamo.
Mini-Icaro. Per studiare e misurare gli effetti di questo faticoso esercizio (che richiede un'energia 10 volte superiore a quella necessaria per muoversi a terra), un gruppo di studiosi dell'università di Berkeley (California) ha costruito un modellino meccanico di moscerino, chiamato Robofly, mille volte più lento e cento volte più grande dell'insetto reale. Immerso in una cisterna di olio, Robofly ha consentito di esaminare i vortici, le scie e i flussi d'aria che si formano in prossimità delle ali, sorrette negli insetti da una potente muscolatura, e la molteplicità di forze in gioco che, dal punto di vista matematico, sono difficili da simulare anche con i computer più potenti.


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MessaggioTitolo: Re: CURIOSITA'   CURIOSITA' - Pagina 4 EmptyVen Gen 25, 2008 1:16 pm

I gatti sanno nuotare?

I gatti non amano l'acqua. Ma se costretti, dai due mesi in poi, possono rivelarsi degli ottimi nuotatori. Abbandonati in mezzo a un lago, in altre parole, saranno in grado, nella maggior parte dei casi, di tornare a riva sani e salvi (a meno che una corrente, che difficilmente riescono a contrastare, non li spinga altrove). D'altronde, secondo gli esperti, il gatto sarebbe cresciuto in aree per lo più asciutte o desertiche (come l'antico Egitto, dov'era adorato) e per questo non avrebbe sviluppato una particolare predisposizione per l'acqua. È anche vero, tuttavia, che esistono alcune razze che smentiscono questa naturale idiosincrasia: come il norvegese (che secondo la tradizione era il gatto che teneva compagnia ai Vichinghi e cacciava i topi dalla stiva delle loro navi) o il Turkish van (un animale domestico a pelo lungo amante dell'acqua e proveniente dalla zona del lago di Van, nella Turchia orientale). Poi non bisogna dimenticare anche altre specie di felini che si avvicinano all'acqua con piacere, come il gatto pescatore (Felis viverrina, un felino selvatico diffuso in Asia) e la tigre, parente del gatto un po' alla lontana, alla quale piace tuffarsi e immergersi e che, in genere, è una eccezionale nuotatrice.


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MessaggioTitolo: Re: CURIOSITA'   CURIOSITA' - Pagina 4 EmptyLun Gen 28, 2008 11:20 pm

Etologia: gli strani rituali della comunicazione animale

Da sempre il comportamento animale è studiato per capire, a volte, quanto sia simile a quello dell'uomo, altre volte per spiegare abitudini "strane": dal perché c'è una razza di scimmie che si urina sulle zampe agli orsi che ripetutamente si grattano la schiena contro gli alberi.

Il maschio delle scimmie cappuccine si lava le zampe anteriori e posteriori con la sua stessa urina.

"Sai, la gente è strana…" diceva una vecchia canzone. Ma anche gli animali non scherzano, verrebbe da aggiungere, visto che ogni specie ha la sua stranezza. Ci sono ad esempio gli orsi, che sfregano ripetutamente la schiena contro gli alberi, ci sono i cani che fanno pipì un po' ovunque e c'è una razza di scimmie che la pipì se la fa intenzionalmente sulle zampe. E uccelli, per esempio gli avvoltoi, che addirittura defecano sulle loro stesse zampe. Se molti di questi curiosi comportamenti restano tuttora inspiegabili all'etologia, oggi due ricerche hanno fatto luce sulle abitudini del grizzly, o orso grigio (Ursus horribilis), che ripetutamente e secondo rituali precisi si gratta la schiena contro un albero (sempre lo stesso) e quella delle scimmie cappuccine (Cebus capucinus), che si lavano le zampe - almeno così si direbbe a osservarle - con la loro stessa urina.


Tieniti alla larga, mi sto grattando!
Owen Nevin, etologo alla Cumbria University (Regno Unito), ha osservato il comportamento di una popolazione di orsi che vive in un'area della British Columbia (Canada) impiegando telecamere digitali a raggi infrarossi e applicando ad alcuni degli animali sotto osservazione speciali collari che gli hanno permesso di monitorarne i movimenti. Fino a oggi al curioso "strusciamento" erano stati dati diversi significati: c'era chi riteneva che servisse agli animali per sporcarsi di una particolare linfa che è contenuta nella corteccia delle piante e che tiene lontani gli insetti; secondo altri poteva essere, semplicemente, l'equivalente orsino della grattatina alla schiena... Niente di tutto questo, secondo Nevin, che in base alle sue osservazioni ritiene che sia un rituale. Secondo il ricercatore si tratterebbe di un modo per comunicare ad altri maschi in cerca di una compagna che in quel territorio ci sono già loro. «L'unico pericolo per un grosso grizzly», afferma Nevin, «è... un altro grizzly. È necessario quindi evitare gli incontri tra maschi.»

Non faccio male a nessuno!
Anche la curiosa abitudine delle scimmie cappuccine sarebbe un mezzo di comunicazione. Kimran Miller, ricercatrice presso il National Institutes of Health Animal Center del Maryland (Usa), ha studiato per dieci mesi una popolazione di questa specie di primati per scoprire perché, senza motivo apparente, i maschi si urinano sulle zampe anteriori e posteriori. Finora gli etologi pensavano che l'urina servisse a raffreddare la temperatura corporea oppure a migliorare la presa delle zampe di questo animale arrampicatore, ma queste spiegazioni non soddisfacevano la Miller. La quale durante lunghi appostamenti ha notato che la frequenza del fenomeno aumentava, nei maschi dominanti, quando era presente una femmina e nei soggetti sconfitti nei combattimenti. Secondo la ricercatrice il comportamento avrebbe un solo significato: quello di comunicare - alla femmina nel primo caso, al maschi vincitore nel secondo - una posizione di inoffensività. Quanto invece ad altri comportamenti curiosi del regno animale, c'è ancora molto da scoprire.
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MessaggioTitolo: Re: CURIOSITA'   CURIOSITA' - Pagina 4 EmptyMar Gen 29, 2008 8:54 pm

Il caldo li fa femmine...
Una ricerca australiana trova una stretta relazione tra la temperatura dell'ambiente e il sesso di un rettile diffuso nelle zone semi desertiche di quel continente, il drago barbuto, che addirittura da maschio può cambiare in femmina prima della schiusa dell'uovo.



Maschio o femmina? Dipende dal clima.


Che il caldo più torrido o il freddo rigido possano rendere irascibili e nervosi, è cosa ben nota. Meno risaputo è che gli sbalzi di temperatura possono far cambiare sesso. È quanto succede al drago barbuto (Pogona vitticeps), un rettile diffuso in Australia il cui sesso, a quanto pare, è determinato non tanto dai geni quanto dalla temperatura a cui sono esposte le uova durante l'incubazione.

Più che i geni, contano i gradi
A scoprire il curioso fenomeno è stato un team di ricerca guidato da Alex Quinn, della Canberra University (Australia), che ha incubato uova di Pogona (geneticamente destinate a produrre maschi) a temperature piuttosto elevate. Risultato: la maggioranza delle uova ha dato alla luce esemplari femmina. Secondo i ricercatori sono le temperature estreme a influire sul patrimonio genetico trasformando i maschi genetici in femmine.

Se il pianeta si scalda
Quinn esprime una preoccupazione: il Pogona - che rappresenterebbe una forma di transizione tra una forma di determinazione del sesso di carattere ambientale e una di tipo genetico - potrebbe essere in pericolo di estinzione. Il surriscaldamento del pianeta, infatti, potrebbe essere troppo rapido perché questo rettile si possa abituare: «Non è da escludersi che si verifichi uno scompenso tra il numero di maschi e femmine», ipotizza Quinn, «fatto che, in ultima analisi, potrebbe condurre alla scomparsa di alcune popolazioni di rettili».
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MessaggioTitolo: Re: CURIOSITA'   CURIOSITA' - Pagina 4 EmptyMar Gen 29, 2008 8:56 pm

Affettuoso come un ragno...
Neri, pelosi e aggressivi, come sono, i ragni non fanno molta tenerezza. Eppure anche loro hanno un lato debole, e si scambiano effusioni e coccole proprio come gli esseri umani.



Chissà che, prima o poi, "affettuoso come un ragno" non entri nel nostro parlare quotidiano. L'entomologa americana Linda Rayor, docente alla Cornell University (nello Stato di New York), studiando due gruppi di aracnidi li ha scoperti intenti a scambiarsi coccole e carezze. E non parliamo di piccoli ragnetti da appartamento, ma di due specie aggressive come il Phrynus marginemaculatus, comune in Florida, e il Damon Diadema, diffuso soprattutto nelle caverne e nelle foreste dell'Africa orientale. Entrambe appartengono alla categoria degli "amblypygi", il cui aspetto ricorda quello degli scorpioni: 2 pedipalpi a pinza per afferrare le prede e 8 zampe, di cui due ancestrali usate come organo tattile. Ed entrambe le specie praticano il cannibalismo, con le madri che spesso mangiano le proprie uova prima della schiusa.



Cocco di mamma
Ma se i piccoli vengono al mondo, le madri si rivelano invece assai premurose: si mettono al centro della nidiata e li accarezzano, frustandoli dolcemente con le antenne. Affettività ricambiata nel caso dei Phrynus, che alla terza settimana di vita imparano loro stessi ad accarezzare la madre e non disdegnano di scambiarsi coccole anche tra fratelli. Invece per i Damon il buon esempio dura poco: raggiunta la maturità sessuale l'affetto e le carezze lasciano il posto a crudeli combattimenti, dove spesso ci si rimette qualche zampa.

Volemose bene
Secondo i ricercatori, tale amorevolezza è il corollario di un'esistenza in fuga dai predatori. Gli amblipigi, nonostante la natura di cacciatori solitari, all'inizio della vita formano piccoli nuclei familiari dove alla madre tocca proteggere i neonati e dividere con loro le prede. E il legame è così forte che, provando a separare due sorelle dal gruppo, si è visto come queste tornassero puntualmente indietro dalla mamma. La prima ad esserne sorpresa è la stessa Rayor, che, pur sospettando l'esistenza di comportamenti sociali tra gli aracnidi, mai si sarebbe aspettata un tale livello di interazione e di contatto. Anzi no, chiamiamolo proprio amore.
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MessaggioTitolo: Re: CURIOSITA'   CURIOSITA' - Pagina 4 EmptyMar Gen 29, 2008 8:57 pm

Ragni con la cintura di castità

Le abitudini sessuali promiscue delle femmine di ragno vespa hanno portato i maschi a trovare un escamotage per controllare le compagne e la prole.




I maschi del ragno vespa (Argiope bruennichi) mettono alle femmine "la cintura di castità". Questo è più o meno quanto hanno scoperto i ricercatori dell’Università di Bonn e di Amburgo. Le femmine di ragno vespa infatti hanno per natura un’intensa vita sessuale con partner diversi, abitudine a cui i maschi non possono porre rimedio. Quel che possono fare, almeno a quanto emerge dalla ricerca, è quantomeno impedire, con una sorta di “tappo” biologico che ostruisce i genitali femminili, che da questi tête à tête nascano piccoli non voluti.
Accoppiamento… pericoloso
L’accoppiamento dei ragni vespa termina dopo pochi secondi con la femmina che uccide il maschio, a patto che questo non riesca a scappare in fretta. Dalla ricerca emerge che nell’80% dei casi il maschio, nel tentativo di liberarsi, rompe la punta del suo organo sessuale. L’estremità staccata rimane intrappolata nel corpo della femmina, bloccandone l’orifizio sessuale. Risultato: il maschio – fuggito o ucciso – ha così impedito a un rivale di fecondare la stessa femmina, assicurandosi la paternità.

Strategia per la paternità
Jutta Schneider, Stefan Nessler dell’Università di Amburgo e Gabriele Uhl dell’Università di Bonn hanno tentato di comprendere il significato di questo meccanismo. Secondo Gabriele Uhl non è detto che la rottura dell’organo serva a prevenire ulteriori accoppiamenti: potrebbe solo permettere al maschio a scappare più in fretta dall’attacco della femmina. Nessler invece è quasi certo della teoria della “cintura di castità”: la rottura dell’organo, secondo il suo studio, non ha infatti alcuna influenza sulla sopravvivenza del maschio “in fuga” ma ne ha sulla sua paternità.
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MessaggioTitolo: Re: CURIOSITA'   CURIOSITA' - Pagina 4 EmptyMer Gen 30, 2008 6:59 pm

I tesori del Suriname
Insieme a oro e bauxite sono state trovate 24 nuove specie animali nella foresta amazzonica. Rischiano di sparire subito dalla scena, ma gli scienziati hanno avuto un'idea...




Nera e puntellata di macchie viola fosforescenti: una rana così non si era mai vista, immaginarsi lo stupore di alcuni scienziati quando gli è balzata davanti nella foresta pluviale del Suriname, in Sudamerica. La scoperta risale al 2006, nel corso di una spedizione guidata dall'organizzazione no-profit Conservation International e sponsorizzata da due
compagnie minerarie, ma è stata rivelata solo lunedì scorso. La rana è stata classificata come appartenente alla specie Atelopus, considerata a rischio estinzione. E non è l'unica sorpresa.

24 nuove specie
Andare per minerali (bauxite, per l'esattezza) ha detto bene agli scienziati. La strana rana è infatti solo una delle 40 specie classificate durante il viaggio, di cui 24 finora ignote. Ci sono dodici scarafaggi stercorari, una formica (Cryptomirmex Longinodus), più rane del genere eleutherodactylus, un serpente mangia-lumache e un raro esemplare di pescegatto che si riteneva estinto da oltre 50 anni. «E di specie potremmo scoprirne anche altre», scrive, sul sito di Conservation International, la vicepresidente Leanne Alonso, «questa è un'area totalmente inesplorata».

La corsa all'oro
Ma il Suriname purtroppo non nasconde solo tesori naturali. Le sue foreste sono ricche di minerali, a partire l'oro. Negli ultimi anni sono stati scoperti diversi scavi illegali: i contrabbandieri sfruttano la manodopera del posto e non si fanno scrupoli quando c'è da scavare, con buona pace dell'ecosistema delle foreste, che viene irrimediabilmente compromesso.


A volte è lo stesso governo che autorizza le compagnie minerarie: e del resto è impensabile che un paese così povero rinunci all'unica ricchezza che ha.

Scienziati in miniera
Eppure non tutto è perduto. Conservation International ha deciso di affiancarsi alle compagnie minerarie per insegnare ai minatori come proteggere gli animali durante gli scavi e assicurarsi che non vengano abbattuti e bruciati alberi, visto che l'integrità della foresta amazzonica è determinante per contenere gli effetti dei cambiamenti climatici. «In questo modo», spiegano gli scienziati, «almeno saremo sicuri che le operazioni di scavo verranno fatte con più criterio».

(Notizia aggiornata al 6 giugno 2007)
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MessaggioTitolo: Re: CURIOSITA'   CURIOSITA' - Pagina 4 EmptyMer Gen 30, 2008 7:06 pm

I risparmi acrobatici dell'orango
Nascere oranghi ed essere costretti a dividere l'habitat con affamatissime tigri e altri predatori non deve essere piacevole né facile, ma la necessità aguzza l'ingegno. Ne sanno qualcosa gli oranghi di Sumatra, grandi primati dal pelo rossiccio e dalla vita quasi esclusivamente arboricola, che abitano le intricate foreste dell'isola indonesiana.




Queste grandi scimmie hanno abbandonato la vita al suolo per mettersi al riparo dalle fauci dei loro feroci cacciatori. Spostarsi rapidamente e con il minor dispendio possibile di energia tra una pianta e l'altra è diventato quindi per gli oranghi una questione di sopravvivenza. Susannah Thorpe e i suoi colleghi dell'Università di Birmingham hanno condotto uno studio sul modo in cui questi animali passano di albero in albero, arrivando a conclusioni interessanti.




Di frasca in frasca
I punti in cui la distanza tra due alberi è minore, perciò quelli in cui sembrerebbe più sensato passare, sono in realtà quelli dove i rami delle piante sono più sottili, perciò inadatti a sostenere il peso dei grandi oranghi. Per risolvere questo problema le scimmie hanno imparato ad appendersi ai rami e alle liane più robuste e a dondolarsi fino ad avere uno slancio sufficiente per raggiungere la meta desiderata. In alternativa sono anche in grado di utilizzare i rami più sottili dell'albero sul quale vogliono arrivare per tirare a sé i rami più grossi, in grado di sostenerli, e così passare con poco sforzo da una pianta all'altra.

Risparmio energetico
Secondo i ricercatori il sistema di spostamento messo a punto dagli oranghi di Sumatra è decisamente efficiente: il dispendio energetico necessario per lanciarsi di pianta in pianta appesi ai rami è infatti circa la metà di quello richiesto da un salto della stessa lunghezza (tra l'altro questi animali sono troppo grossi e pesanti per saltare) e circa dieci volte inferiore rispetto al consumo calorico necessario per scendere da un albero e salire su un altro.


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MessaggioTitolo: Re: CURIOSITA'   CURIOSITA' - Pagina 4 EmptyMer Gen 30, 2008 7:08 pm

IL GPS DELLE TARTARUGHE

Le tartarughe tornano sempre sulla stessa spiaggia per deporre le uova. E nonostante le difficoltà riescono sempre a ritrovare la strada. Probabilmente grazie a un sistema di “navigazione” interno, basato sui campi magnetici.



Un sistema di navigazione semplice ma efficace consente
alle tartarughe marine di trovare il luogo per la deposizione
delle uova anche se distante migliaia di chilometri


Alcune spiagge del nostro pianeta si trasformano periodicamente nel palcoscenico di uno spettacolo suggestivo: la deposizione delle uova da parte delle tartarughe marine. Queste testuggini nuotano per migliaia di chilometri attraverso gli oceani, e pur senza avere alcun tipo di riferimento visivo riescono a raggiungere, anno dopo anno sempre gli stessi luoghi di riproduzione.

Senza cartina, ma con la bussola
Come ciò sia possibile è stato un mistero fino a poco tempo fa, quando Simon Benhamou, un ricercatore del Centro per l’Ecologia Funzionale ed Evolutiva di Montpellier (in Francia), in collaborazione con alcuni colleghi di altri paesi, ha scoperto che le tartarughe dispongono di un sistema di navigazione assai semplice ma efficace, che sfruttando i campi magnetici terrestri consente loro di raggiungere periodicamente gli stessi luoghi per la deposizione.
Per meglio comprendere il funzionamento di questo GPS primordiale, i ricercatori hanno studiato i comportamenti della tartaruga verde dell’Oceano Indiano (Chelonia mydas), che ogni quattro anni circa depone le sue uova in 4-6 covate successive, su alcune spiagge dell’Africa Occidentale.

Sequestro a fin di bene
Benhamou e i suoi colleghi hanno fissato dei trasmettitori GPS sul guscio di alcuni esemplari che stavano per deporre le uova, le hanno portate da un’altra parte e poi le hanno lasciate andare di nuovo in mare.
Le testuggini, una volta liberate, sono ripartite verso il luogo dove erano state catturate, spinte dall’urgenza di tornare a deporre.
Il sistema GPS ha permesso agli scienziati di tracciare le rotte seguite dalle tartarughe scoprendo che questi animali potrebbero essere guidati da una sorta “navigatore” naturale, capace di portarle verso le spiagge destinate alla riproduzione, a prescindere dal luogo di partenza.

Sofisticato ma non troppo
A differenza dei nostri navigatori satellitari, però, le tartarughe non sono capaci di correggere in tempo reale le deviazioni di rotta impresse dalle correnti marine e dai venti: questo fa sì che spesso si trovino a girare a vuoto per i mari, anche per periodi piuttosto lunghi. Una degli esemplari dell’esperimento ha percorso più 3500 km in due mesi prima di tornare alla base (che in realtà si trovava a solo 250 chilometri da dove era stata catturata).

Attrazione fatale
Ancora non è chiaro come funzioni questo strano GPS, ma un ruolo importante potrebbe avere la “percezione” dei campi magnetici. Poiché fissando sulla testa degli animali dei magneti molto potenti le tartarughe sembrano spaesate e faticano a trovare la rotta. Come se ci fossero delle interferenze.
Ma il fatto che nonostante le difficoltà riescano comunque a trovare la spiaggia, dimostra, secondo i ricercatori che hanno diversi sistemi di orientamento. Uno dei quali potrebbe essere l’olfatto (come per i piccioni viaggiatori).
L’obiettivo di questi studi è trovare delle strategie efficaci per la conservazione di una delle specie più a rischio sul nostro pianeta.



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MessaggioTitolo: Re: CURIOSITA'   CURIOSITA' - Pagina 4 EmptyMer Gen 30, 2008 7:11 pm

La lingua più forzuta del mondo
Non può sollevare un uomo e nemmeno un'auto, ma è la lingua più forzuta del mondo. La lingua della salamandra della specie Bolitoglossa dofleini infatti può sprigionare un'energia pari a quella sviluppata da un impianto audio di un auditorium.


Ha deposto i rospi e ora siede sul trono di animale più forte del mondo. Si tratta di una salamandra gigante, la Bolitoglossa dofleini, che vive nelle foreste dell’America centrale e cattura le prede con la sua potentissima lingua sprigionando una potenza straordinaria.

Salamandra che "suona"
Niente a che vedere con il braccio di ferro o il sollevamento pesi: la salamandra non è in grado di sollevare un uomo o di catturare prede molto più grandi di una termite. Cos’è allora che la rende così forzuta? Semplice, il meccanismo con cui proietta la sua lingua, che è in grado di superare la velocità di una freccia e di sprigionare una potenza elettrica di migliaia di watt, pari all’impianto audio di un grosso auditorium, e in ogni caso superiore a qualsiasi muscolo ad oggi conosciuto. Perfino troppo, sospettano gli scienziati, perché la lingua possa servire solo per cacciare piccoli insetti.

Lingua muscolosa
Filmandola con speciali telecamere in grado di catturare i movimenti più veloci, i ricercatori hanno appurato che non è tutto merito dei muscoli. Sono infatti i tessuti elastici che compongono la lingua e l’interno della bocca a contrarsi e accumulare energia, per poi rilasciarla in brevissimo tempo.
Una performance che non ha eguali in natura e ha finito col relegare al secondo posto i rospi del Colorado (Bufo alvarius), precedenti detentori del titolo e “famosi” perché la loro pelle produce sostanze allucinogene usate dai pellerossa.


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MessaggioTitolo: Re: CURIOSITA'   CURIOSITA' - Pagina 4 EmptyGio Gen 31, 2008 9:13 pm

Vespe pedinate via radio

Le vespe si aiutano tra loro ad allevare i più piccoli. Lo hanno scoperto alcuni scienziati che hanno monitorato via radio gli spostamenti degli insetti da un nido all’altro.


Un nuovo metodo per studiare gli spostamenti delle vespe ha permesso di chiarire diversi aspetti del loro comportamento. Alcuni scienziati della Zoological Society di Londra hanno infatti applicato agli insetti delle minuscole etichette di riconoscimento in grado di monitorare via radio i loro spostamenti. Ne è emerso che le operaie si spostano da un nido all’altro per aiutare le altre vespe ad allevare i più piccoli.

Zia operaia
Già si sapeva che volare da un nido all’altro è una pratica comune in alcune specie di insetti, tra cui appunto la Polistes Canadensis cui fa riferimento lo studio pubblicato dalla rivista Current Biology. Finora però non si erano mai capite le cause di questo comportamento.
Ora i biologi inglesi, grazie a questa nuova tecnologia, hanno scoperto un curioso atteggiamento. Una volta all’interno dei nidi degli altri, le vespe operaie non solo si sono dedicate alla cura generale della colonia, ma anche a crescere i piccoli altrui. Non potendo riprodursi, le operaie cercano probabilmente di trasmettere indirettamente i loro geni ai piccoli accuditi.

L'unione fa la forza
Ripartire le proprie attenzioni tra diversi nidi presenta, secondo gli scienziati, anche altri vantaggi. Tra tutti quello di poter fronteggiare in forze eventi inattesi, come la distruzione di un nido. In questo modo le vespe evitano di rendere vani i loro sforzi per preservare la specie. E ora si aspettano di trovare simili comportamenti anche in altre specie di insetti.
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MessaggioTitolo: Re: CURIOSITA'   CURIOSITA' - Pagina 4 EmptyGio Gen 31, 2008 9:14 pm

Il sismografo che sibila

I serpenti riescono a “sentire” un terremoto con giorni d’anticipo. Per questo in Cina li osservano e utilizzano per prevedere l’arrivo dei sismi.


Freddi, viscidi, velenosi, pericolosi…nell’immaginario collettivo i serpenti non sono certo i più apprezzati tra gli animali. Un team di ricercatori cinesi ha però recentemente scoperto che le sibilanti creature non sono “utili” solo per fare cinture e borsette (purtroppo per loro), ma possono servire a scopi ben più nobili come salvare migliaia di vite umane annunciando l’arrivo di un terremoto con largo anticipo rispetto ai più sofisticati strumenti elettronici.

Serpenti online
Gli scienziati dell’Ufficio Terremoti di Nanning, nella provincia meridionale di Guangxi, monitorano costantemente, tramite un sistema di webcam, i rettili allevati per scopi commerciali in una fattoria della zona, e osservando i loro comportamenti riescono a prevedere l’esplosione di un terremoto fino a cinque giorni prima della sua manifestazione.
I serpenti sono le creature in assoluto più sensibili agli eventi sismici: secondo gli scienziati cinesi sono infatti in grado di “sentire” l’arrivo di un terremoto lontano anche più di 100 chilometri, con diversi giorni di anticipo.

Fuga per la salvezza
Quando questo accade, i rettili tentano di mettersi in salvo uscendo dai loro nidi, anche in pieno inverno. Se il terremoto si preannuncia particolarmente forte gli animali si scagliano contro le pareti dei recenti all’interno dei quali sono custoditi, per cercare una via di fuga.
Attualmente la città di Nanning dispone di 143 unità di monitoraggio dei rettili. Secondo Jiang Weisong, responsabile del progetto, questo sistema di previsione dei terremoti potrebbe presto essere esteso a molte altre zone della Cina, spesso devastate da eventi tellurici di grandi proporzioni.
In Cina i serpenti vengono allevati per scopi farmaceutici e alimentari…Forse questo nuovo e importante incarico garantirà, almeno ai più fortunati tra loro, una vita più tranquilla lontano da padelle e laboratori.
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MessaggioTitolo: Re: CURIOSITA'   CURIOSITA' - Pagina 4 EmptyGio Gen 31, 2008 9:17 pm

Lucertole si riproducono senza il maschio

Due lucertole della specie drago di Komodo, hanno avuto dei figli senza aver avuto prima alcun contatto con i maschi. È successo in due zoo in Inghilterra. Forse la partenogenesi, così si chiama la riproduzione asessuale, non è poi così rara in natura.


In due diversi zoo in Inghilterra, due femmine di drago di Komodo (Varanus komodensis) – le lucertole più grandi del mondo – hanno messo al mondo figli (anche se le uova di una delle due non si sono ancora schiuse) senza alcun intervento del maschio.

L’ultima spiaggia
La partenogenesi, o riproduzione senza alcuna fecondazione dell’uovo da parte del maschio, è molto rara nei vertebrati. E, benché sia stata già osservata su serpenti, pesci e perfino sui tacchini, è la prima volta che si registra in questa specie. Un evento che ha fatto supporre agli scienziati che la partenogenesi, in natura, sia molto più diffusa di quanto finora creduto e che sia usata, più di quanto si pensasse. Forse come “ultima ratio”.

Scatta l’autogestione
Nello zoo infatti, le due femmine di drago di Komodo, non avevano molte occasioni di “conoscere” dei maschi e di riprodursi con loro e forse per questa ragione è "scattata" la riproduzione asessuale.
Le lucertolone, secondo gli esperti, probabilmente hanno sviluppato questa capacità, per assicurare la continuazione della specie anche in condizioni estreme. Per esempio, quando una femmina si ritrova d’improvviso – magari trasportata da un ciclone – su un’isola senza suoi simili.

Non è salutare per la specie
I figli generati dalle femmine “vergini” in cattività, sono tutti maschi e dalle analisi di alcuni piccoli risulta che, anche se non sono dei cloni, condividono con la madre l’intero patrimonio genetico. Un aspetto che a lungo andare, avvisano gli esperti dello zoo, potrebbe indebolire la specie già in pericolo di estinzione.


Evil or Very Mad Evil or Very Mad Evil or Very Mad Evil or Very Mad ma ci mettono pure i draghi di Komodo nello zoo? che schifo!!!!vergogna!!!! Evil or Very Mad Evil or Very Mad
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MessaggioTitolo: Re: CURIOSITA'   CURIOSITA' - Pagina 4 EmptyVen Feb 01, 2008 2:05 pm

IL MESSAGGERO
31 DICEMBRE 2008

Un italiano ha scoperto il toporagno gigante

ROMA - Nonostante anni di studi ed esplorazioni la nostra conoscenza degli animali del pianeta è ancora agli inizi. L'ultima scoperta in questo senso si deve ad un italiano, Francesco Rovero, che nelle foreste della Tanzania ha scovato una specie di toporagno elefante da record. Come testimonia lo studio pubblicato dalla rivista Journal of Zoology, oltre ad essere la prima nuova specie di questo animale da 126 anni a questa parte il toporagno - elefante dalla testa grigià è il più grande mai trovato.
Il novello Darwin, ricercatore del museo Tridentino di Scienze Naturali di Trento, ha visto i primi segni della nuova specie nel 2005, grazie a fotocamere automatiche installate durante una spedizione nelle foreste dei monti Udzungwa dello stato africano. +Quando ho visto le foto scattate dalle macchine - racconta Rovero - mi sono subito reso conto che il toporagno immortalato era assolutamente diverso da tutti quelli conosciuti. H stata una scoperta davvero eccitante;.
L'avvistamento è stato confermato da una successiva spedizione del 2006. Nonostante le trappole portate dai ricercatori si siano rivelate troppo piccole per l'animale i ricercatori sono riusciti a catturarne quattro esemplari. La conferma che si trattasse di una nuova specie è venuta da Galen Rathbun, che da 30 anni studia questi animali all'Accademia delle Scienze della California.
Il toporagno-elefante deve il suo nome alla tipica proboscide, simile a quella dei pachidermi con cui condivide un antenato, anche se ha dimensioni molto più piccole. Quello trovato da Rovero misura infatti 60 centimetri di lunghezza e pesa circa 700 grammi, misure del 25% più grandi di quelle degli altri esponenti della stessa famiglia. Anche il muso grigio e la pancia nera sono segni esclusivi della nuova specie, che come i parenti prossimi è diurna e si nutre esclusivamente di insetti. Secondo gli esperti esistono solo due colonie del toporagno gigante, che vivono in un'area di 300 chilometri quadrati. Come le altre due specie di toporagno-elefante conosciute, anche questa è minacciata di estinzione, a causa del sempre più ridotto habitat. +Speriamo che la scoperta sia di aiuto per aumentare gli sforzi per salvaguardare questo spettacolare ecosistema - sottolinea Rovero - la scoperta mette in luce l'importanza delle foreste pluviali dei Monti Udzungwa, e quanto poco sappiamo ancora di questi 'hot spot' di biodiversità;.
La spedizione è stata organizzata nell'ambito di uno studio pluriennale condotto sulla diversità, ecologia e conservazione dei mammiferi forestali. Questa ricerca è inserita in un programma più ampio che anche grazie al contributo dei fondi di aiuto allo sviluppo del Settore Solidarietà Internazionale della Provincia Autonoma di Trento sta realizzando un progetto che mette a fattore comune la ricerca scientifica, il supporto tecnico agli enti tanzaniani preposti alla conservazione, e un programma di sostegno alle comunità locali. L'obiettivo del progetto a sostegno delle comunità è quello di alleggerire la pressione sulla foresta primaria e fermare la deforestazione causata principalmente dall'utilizzo del legno quale combustibile per la piccola economia domestica.

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LA REPUBBLICA
31 GENNAIO 2008

Scoperto in tanzania il topo-elefante.

http://www.repubblica.it/2006/05/gallerie/esteri/topo-tanzania/1.html
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MessaggioTitolo: Re: CURIOSITA'   CURIOSITA' - Pagina 4 EmptyVen Feb 01, 2008 2:06 pm

TISCALI
31 GENNAIO 2008

Daisy, la gatta che non vede ma è capace di cacciare


Gli animali non vivono la disabilità come gli umani. Se possono muoversi, camminare e giocare non si sentono umiliati e neppure dei "diversi" nonostante abbiano degli handicap anche importanti. Una conferma di quanto sostengono gli specialisti viene dalla storia di Daisy, la gatta diventata cieca in seguito ad un incidente, che nonostante la menomazione non ha perso la voglia di vivere, ma ha anche riacquistato l'istinto di abile cacciatore.
L'incidente - Alla sorprendente ripresa della micia ha contribuito anche l'amore della sua famiglia adottiva e soprattutto l'affetto di Kathi Robinson. La micia e la sua "nuova mamma", un'insegnante texana, si sono conosciute circa 7 anni fa, quando all'età di circa cinque mesi la gattina giocava in una strada di fronte alla scuola in cui di lavorava. Due anni dopo Robinson trovò Daisy in fin di vita a causa di profonde ferite alla testa. Era stata investita da un'auto e abbandonata sul bordo di un marciapiede.
Le cure e la convalescenza - La signora portò immediatamente l'animale dal veterinario che la operò salvandole la vita, ma purtroppo non riuscì a evitare che l'animale rimanesse cieco. Il gattino non stava bene e così dopo 17 giorni di degenza in una clinica per animali la famiglia Robinson decise di adottarla. Dopo alcuni mesi il miracolo. E' la stessa signora Robinson a raccontare a un giornale locale, il The Dallas Morning News, il prodigio della sua micia : "Nel giorno della festa della mamma, circa tre anni fa, ho aperto la porta e la mia Daisy mi stava aspettando con un uccello morto in bocca che aveva catturato". La ripresa straordinaria - La mancanza della vista non sembra creare grossi problemi alla gatta: non solo è comunque una predatrice, ma non le capita mai di scontrarsi con una panca sul patio o contro gli alberi in giardino. Melissa, la figlia della signora Robinson, racconta: "Non mi ricordo che Daisy abbia impiegato molto tempo a orientarsi in casa appena tornata dall'ospedale dopo l'operazione". La gatta si innervosisce solo quando gli ospiti decidono di prenderla in braccio, ma la signora Robinson crede che sia dovuto al senso di disorientamento che la gatta avverte quando viene improvvisamente sollevata da terra. Ma anche in questo caso impiega poco a fare le fusa e a farsi coccolare da grandi e piccoli.
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MessaggioTitolo: Re: CURIOSITA'   CURIOSITA' - Pagina 4 EmptyDom Feb 03, 2008 6:10 pm

Come fanno alcune specie di insetti a camminare sull'acqua?

L'idrometra, i gerridi, le zanzare e altre specie di insetti molto leggeri riescono a camminare sull'acqua senza affondare sfruttandone la tensione superficiale. Questa proprietà dell'acqua è la conseguenza dell'azione della forza di coesione fra molecole: mentre le molecole all'interno del liquido sono attratte da tutte le parti da altre molecole, quelle poste sulla superficie sono attratte solo dalle molecole sottostanti, venendo quindi richiamate verso il basso.
La tensione superficiale fa sembrare i liquidi racchiusi da una membrana elastica, basti pensare alle gocce e al modo in cui si formano. Gli insetti più leggeri sfruttano proprio questa proprietà elastica per camminare sulla superficie dell'acqua. Osservandoli da vicino, infatti, sembrano pattinare e si nota che in corrispondenza delle zampe la superficie del liquido appare incurvata verso il basso.
In più, molti insetti che camminano sull'acqua sono provvisti di peli superficiali ricoperti di oli, ossia sostanze idrofobe che respingono l'acqua e permettono alla parte terminale delle zampe, costituita da tarso e pretarso, di non affondare.



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Ultima modifica di il Dom Feb 03, 2008 6:21 pm - modificato 1 volta.
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MessaggioTitolo: Re: CURIOSITA'   CURIOSITA' - Pagina 4 EmptyDom Feb 03, 2008 6:11 pm

Come fa il pesce palla a gonfiarsi?


Il responsabile del rigonfiamento del pesce palla è un diverticolo, una sorta di sacchetto a fondo chiuso situato nello stomaco. In caso di pericolo, questi pesci trasformano la bocca in un'efficace pompa: inghiottono acqua e la spingono sotto pressione nel diverticolo vincendo la resistenza opposta da potenti muscoli che funzionano da valvola. In questo modo il diverticolo si gonfia, occupando tutti gli spazi interni fino all'altezza delle pinne pettorali. Cessato il pericolo, il pesce espelle l'acqua dalla bocca e dalle aperture branchiale; la dose di stress subita può essere però causa di gravi problemi. Oltre che di acqua, i pesci “a tutto tondo” possono gonfiarsi anche di aria; questo capita quando sono estratti rapidamente dall'acqua o se sono sorpresi dalla bassa marea.
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