|
| CURIOSITA' | |
| | |
Autore | Messaggio |
---|
anacondina Moderatore
Numero di messaggi : 745 Età : 52 Data d'iscrizione : 13.07.07
| Titolo: Re: CURIOSITA' Lun Mar 03, 2008 1:27 pm | |
| Ciao, chi sei? Le cernie giganti (Epinephelus itajara), pesci che vivono lungo le coste dell’Atlantico occidentale, sembra siano delle vere curiose. È infatti molto comune vederle sbucare dagli anfratti nei quali si nascondono all’arrivo di un sub. Ma niente paura. Nonostante i 400 kg, distribuiti in circa 1 metro e mezzo, e la grossa bocca, pare siano abbastanza pacifiche. Foto di Michael Patrick O’Neill | |
| | | anacondina Moderatore
Numero di messaggi : 745 Età : 52 Data d'iscrizione : 13.07.07
| Titolo: Re: CURIOSITA' Lun Mar 03, 2008 1:28 pm | |
| Giochiamo! «Dai, mamma, svegliati. Voglio giocare!» sembra quasi dire il cucciolo di leone marino delle Galapagos (Zalophus californianus) a sua madre, che sorride intenerita. Al di là delle interpretazioni antropomorfiche, questi mammiferi sono intelligenti, socievoli e pacifici. Anche se tra i maschi durante la stagione degli amori impazzano furiosi combattimenti. Foto di Eddie Schermerhorn | |
| | | anacondina Moderatore
Numero di messaggi : 745 Età : 52 Data d'iscrizione : 13.07.07
| Titolo: Re: CURIOSITA' Lun Mar 03, 2008 1:29 pm | |
| Ospite indesiderato Sarà anche il più grande carnivoro terrestre del pianeta ma di fronte alla piccola ape che gli ronza sul naso, questo orso dell’Alaska sembra indifeso. Se non altro un po’ stupito. L’Ursus arctos middendorffi, che vede tra le sue prede preferite alci e cervi, può raggiungere, dritto sulle zampe posteriori, i 3 metri d’altezza e quasi una tonnellata di peso. Foto di Terry Ross Cervi | |
| | | Admin Admin
Numero di messaggi : 2765 Età : 59 Data d'iscrizione : 10.07.07
| | | | anacondina Moderatore
Numero di messaggi : 745 Età : 52 Data d'iscrizione : 13.07.07
| Titolo: Re: CURIOSITA' Mer Mar 05, 2008 11:49 am | |
| grazie!!!!! una volta tanto un complimento anche a me!!!!!! (cioè mica l'ho fatta io, l'ho solo scelta e inserita...) | |
| | | ALENA Admin
Numero di messaggi : 2105 Età : 44 Data d'iscrizione : 14.07.07
| Titolo: Re: CURIOSITA' Dom Mar 09, 2008 10:32 am | |
| Stupende le foto! Curiosità sempre migliori! - anacondina ha scritto:
E poi la Cernia! Il mio pesce del cuore! Le adoro. Che bocca bellissima! | |
| | | anacondina Moderatore
Numero di messaggi : 745 Età : 52 Data d'iscrizione : 13.07.07
| Titolo: Re: CURIOSITA' Lun Mar 10, 2008 12:59 am | |
| grazie Alena per i complimenti... a proposito la bocca della cernia è meravigliosa, mi ricorda quella del pesce Napoleone che ho visto in Mar Rosso durante un'immersione in un sottomarino.... | |
| | | anacondina Moderatore
Numero di messaggi : 745 Età : 52 Data d'iscrizione : 13.07.07
| Titolo: Re: CURIOSITA' Mer Mar 12, 2008 1:48 pm | |
| Sappiamo sempre "chi" parla. Come le scimmie Suona il citofono. Chi è? «Io...» E tra i tanti possibili "io", a questo diamo subito un nome e un volto. È una capacità che va ben oltre la familiarità e che ha origini molto lontane: per scoprirle alcuni ricercatori tedeschi stanno ascoltando le scimmie. Bendate un macaco, e saprà comunque identificare singolarmente i suoi simili ascoltandone i versi: merito di un'area del cervello deputata al riconoscimento vocale, molto simile a quella che si attiva nel nostro encefalo quando sentiamo parlare parenti o amici. La scoperta dei ricercatori tedeschi del Max Planck Institute potrebbe rivelarsi preziosa per capire come il cervello umano si sia evoluto in relazione alla comparsa del linguaggio. La corteccia Se riusciamo a individuare una voce in mezzo a tutti i suoni che ci circondano è grazie alla corteccia uditiva, che si attiva soltanto in risposta a voci "umane". Ma non siamo i soli a possedere questo talento: già da qualche tempo si sospettava che le scimmie avessero una simile capacità. Tra scimmie ci si riconosce Gli etologi hanno fatto ascoltare a un gruppo di macachi una varietà di suoni (versi di macachi e di altri animali, tuoni, rumori di pioggia...) e hanno usato la risonanza magnetica funzionale (fMRI) per monitorare l'attività cerebrale degli animali. E così hanno identificato una zona del cervello (vicina a quella umana del riconoscimento vocale) che si "accendeva" ogni volta che le scimmie sentivano i versi emessi dai loro simili, rimanendo insensibile agli altri suoni. Non solo: l'attività di questa area sembra suggerire la capacità di "distinguere" le voci delle singole scimmie. Alle origini del linguaggio È qualcosa di primitivo, ma molto simile a quanto accade nel nostro cervello, ritengono i ricercatori. Che pensano che quest'area potrebbe aver rappresentato, nel corso dell'evoluzione dai primati all'uomo, un primo passo per lo sviluppo dei più complessi meccanismi neuronali alla base del linguaggio. L'area di riconoscimento vocale si sarebbe poi spostata da dove si trova ora nelle scimmie alla sua collocazione attuale nel cervello umano, da dove interagisce con le altre zone responsabili della comunicazione verbale. | |
| | | anacondina Moderatore
Numero di messaggi : 745 Età : 52 Data d'iscrizione : 13.07.07
| Titolo: Re: CURIOSITA' Mer Mar 12, 2008 1:50 pm | |
| Scimpanzé ladri per amore Cosa non si farebbe, per amore: c’è addirittura chi, come alcuni scimpanzé africani, per conquistare la potenziale compagna s’improvvisa “scippatore” di frutti proibiti. Un avvenente maschio di scimpanzé si rilassa, probabilmente dopo un avventuroso "furto". Per certi animali la seduzione corre sul filo… dell’illegalità. Un team di ricercatori britannici ha osservato che alcuni scimpanzé africani, per fare colpo sulle femmine del gruppo hanno imparato a sottrarre i frutti della papaya dagli alberi delle fattorie. Un’impresa non priva di pericoli. Per accaparrarsi la refurtiva, questi animali devono evadere i controlli dei contadini. Ma la ricompensa è garantita: pare che questo tipo di prodezze risvegli nelle partner l’attrazione per i compagni “fuorilegge”. Il frutto proibito Per due anni Kim Hockhings dell’Università di Stirling (Gran Bretagna) e i suoi colleghi hanno studiato i movimenti di alcuni esemplari di scimpanzé che popolano la foresta selvaggia della Repubblica di Guinea, in Africa occidentale. E non hanno potuto fare a meno di notare le ripetute scorribande dei maschi nei limitrofi campi coltivati. Il bottino? I dolci frutti della papaya, tanto graditi dalle femmine. Anche se pare che questi furtarelli siano soprattutto un pretesto per mettersi in mostra. Regali disinteressati? Non tutte le signore scimpanzé, infatti, ricevono i frutti tanto desiderati. Nel 90% dei casi, la refurtiva viene donata a femmine in età riproduttiva. Sembra che una scimpanzè che aveva apertamente manifestato il desiderio d’accoppiarsi, sia stata letteralmente coperta di regali, ricevendo circa la metà dei frutti rubati. Cacciatori vegetariani Secondo gli etologi, con queste prove di coraggio i maschi vorrebbero dimostrare alle partner il proprio valore e l’abilità nella "caccia". Una caccia tutta vegetariana che comporta rischi particolari come, ad esempio, quello di essere notati dai contadini. Questa capacità d’adattamento confermerebbe la teoria secondo la quale gli scimpanzé sviluppano abitudini locali, che variano in base al gruppo e alla provenienza geografica. | |
| | | anacondina Moderatore
Numero di messaggi : 745 Età : 52 Data d'iscrizione : 13.07.07
| Titolo: Re: CURIOSITA' Mer Mar 12, 2008 1:53 pm | |
| Anche i suricate vanno a “scuola” Come si uccide uno scorpione senza farsi pungere, come si ferma un millepiedi che tenta la fuga? Son tutte cose che i suricate – parenti delle manguste – imparano dai loro “insegnanti”. I piccoli suricate devono imparare da subito come mangiare uno scorpione senza farsi pungere. Foto: © Sophie Lanfear. Prima il latte, poi la pappa e finalmente la pastasciutta. Anche se i cuccioli di suricate non usano proprio questi generi alimentari, fanno quasi lo stesso percorso di svezzamento di un bambino. Il suricate è un mammifero della famiglia delle manguste, che vive in grossi gruppi formati da circa 40 esemplari, dove solo il maschio e la femmina dominanti provvedono all’80% della prole. Ma, come hanno osservato in Sud Africa alcuni scienziati dell’università di Cambridge, tutti gli adulti del gruppo danno una mano nell’educazione dei più piccoli. Istruzioni per l’uso Anche perché diversamente dagli altri mammiferi (compresi i primati) che imparano a procurarsi il cibo semplicemente osservando gli adulti all’opera, i piccoli suricate hanno bisogno di molte attenzioni e di veri e propri insegnanti durante i primi mesi di vita. Un cucciolo con il suo mentore. Foto: © Andrew Radford. Questi animali che vivono in climi asciutti e desertici si cibano principalmente di lucertole, cavallette, scarafaggi e scorpioni velenosi. Inizialmente gli adulti "baby sitter" portano ai piccolini gli animali morti. Dopo qualche settimana cominciano a fornire loro prede vive ma inoffensive - agli scorpioni tolgono il pungiglione - e si assicurano che i piccoli riescano a mangiarle senza farsele scappare. Pian piano i piccoli imparano anche a non farsi pungere dagli scorpioni. Solo dopo tre mesi di “scuola” sono in grado di cacciare in totale autonomia. Insegnanti molto speciali I compiti che gli adulti di suricate svolgono in presenza dei piccoli, quindi, non portano nessun immediato vantaggio per loro, ma hanno solo uno scopo dimostrativo. Questo comportamento, secondo gli esperti, è alla base dell’insegnamento attivo, che finora era considerata una caratteristica unica degli esseri umani (a parte probabilmente le formiche che secondo un recente studio potrebbero insegnare ai piccoli come trovare le prede). Un addestramento così impegnativo forse dipende dalla pericolosità del “menu”. Il veleno di uno scorpione è in grado di uccidere un uomo e se i piccoli suricate non imparano a "maneggiarlo" con cura potrebbe essere rischioso per la sopravvivenza stessa della specie. | |
| | | anacondina Moderatore
Numero di messaggi : 745 Età : 52 Data d'iscrizione : 13.07.07
| Titolo: Re: CURIOSITA' Mer Mar 12, 2008 1:55 pm | |
| Fino all'ultimo respiro Se non bevono il sangue muoiono. Proprio come i vampiri. Ma sono animali: pipistrelli capaci di riconoscere le prede da come respirano. Un pipistrello Micronycteris, che si nutre di frutta, a differenza del Desmodus rotundus che si alimenta esclusivamente di sangue. Ama il sangue e identifica le sue vittime al buio… dal respiro. Non è un assassino ma un vampiro, o meglio un pipistrello “vampiro” della specie Desmodus rotundus. Sensibile e intelligente Il piccolo animale che vive in Sud America, è lungo poco più di un pollice di una mano e si nutre esclusivamente di sangue di grossi mammiferi. Si muove al buio e ha un olfatto eccezionale capace di sentire anche quello che gli occhi non vedono. Ma non solo. Secondo alcuni scienziati dell’università di Monaco, potrebbe essere capace di riconoscere le sue vittime anche solo sentendole respirare. I ricercatori hanno fatto ascoltare ad alcuni esemplari di Desmodus le registrazioni del respiro di persone che di solito portano loro il cibo. Tutti gli animali sono riusciti a riconoscere il suono del respiro delle loro "prede", associandolo al “biberon” giusto (quello che di solito l’operatore porta loro). Hanno riconosciuto il respiro anche quando era stato registrato sotto sforzo fisico. Piccolo e mai sazio Questa memoria auditiva “da elefante” serve probabilmente al piccolo animaletto per la sua caccia notturna. Procurarsi il cibo per il Desmodus è un'impresa molto pericolosa perché deve praticare delle incisioni nel corpo di animali migliaia di volte più grandi di lui, per succhiarne il sangue. Tornare la sera dopo dalla preda già “azzannata” la notte precendente con la ferita ancora aperta, può far risparmiare tempo e minimizzare i rischi. E come si fa a riconoscerla in mezzo a un intero bestiame? Basta ricordarsi come respira. | |
| | | anacondina Moderatore
Numero di messaggi : 745 Età : 52 Data d'iscrizione : 13.07.07
| Titolo: Re: CURIOSITA' Mer Mar 12, 2008 1:57 pm | |
| I delfini si riconoscono dal "nome" Mai nessuno avrebbe potuto pensare che ogni delfino avesse addirittura un "nome" tutto suo. I defini hanno un ricchissimo "vocabolario" di suoni, ancora tutti misteriosi. Ma forse un fischio particolare potrebbe indicare il "nome". “Come ti chiami?”. Diranno così due delfini qunado si incontrano? Ancora non lo sappiamo… ma forse un “nome” ce l'hanno davvero. O meglio un fischio personale che ciascuno impara a emettere fin da piccolo e con cui gli altri delfini possono riconoscerlo. Un fischio familiare Lo hanno scoperto alcuni scienziati dell'università di Saint Andrews, in Scozia, che hanno registrato tutti i tipi di fischi emessi dai delfini Tursiops truncatus della Baia di Saratoia in Florida. I ricercatori avevano cominciato a sospettare che il particolare fischio emesso da ciascuno, diverso per ogni esemplare, potesse essere un codice di identificazione, una specie di “biglietto da visita” che permetteva ai membri del gruppo di riconoscersi. Prendere fischi... per fiaschi? Gli scienziati hanno registrato i fischi e li hanno riprodotti al computer. La versione artificiale di ciascun richiamo poi è stata fatta risuonare nella baia con un altoparlante. E si è assisitito a un curioso fenomeno: ad ogni fischio, soltanto i delfini che avevano un legame di parentela con il legittimo "proprietario" del suono si avvicinavano all'altoparlante, ritenendo erroneamente che fosse lui stesso a emetterlo. Tutti gli altri invece stavano alla larga dallo sconosciuto. Certo non sono gli unici a mandarsi dei messaggi emettendo suoni ma, come avviene per uccelli e scimmie, di solito gli animali si riconoscono fra loro dalla voce. Mentre i delfini sono stati capaci di identificare un compagno esclusivamente dal tipo di fischio, anche se a "soffiare" era un computer. Qualcuno è stato nominato? I delfini in natura usano questo particolare repertorio di fischi nel 50% delle "conversazioni" mentre quando si trovano in un acquario non se ne servono quasi mai, prediligendo altri suoni. Probabilmente perché in cattività non hanno bisogno di chiamarsi, mentre in mare aperto ogni tanto si perdono di vista e questo potrebbe essere un modo per ritrovarsi. Ma non solo, sembra che usino i fischi identificativi anche durante delle normali "chiacchierate" di gruppo. Forse "nominando" addirittura degli assenti. Chiacchieroni di sicuro ma forse anche un po' pettegoli. | |
| | | anacondina Moderatore
Numero di messaggi : 745 Età : 52 Data d'iscrizione : 13.07.07
| Titolo: Re: CURIOSITA' Sab Mar 15, 2008 10:15 pm | |
| Meno corna più figli Chi ha le corna più piccole, ha maggiori possibilità di riprodursi. Negli scarabei, infatti, la misura delle corna è inversamente proporzionale a quella dei testicoli. Un esemplare di Onthophagus nigriventris, che può arrivare ad avere corna lunghe anche il 40% del corpo, a scapito però dei testicoli. © O. Helmy e D. Emlen I maschi che “ostentano” di più hanno attributi più piccoli. Almeno questo è quello che succede tra gli scarabei. Gli scienziati, grazie ad alcuni esperimenti, hanno ipotizzato, che quelli che “vantano” corna più grandi siano anche quelli che hanno i testicoli più piccoli. Grandi da una parte… Simbolo di forza ed energia, le corna servono soprattutto per combattere i rivali, durante il periodo dell’accoppiamento e a mostrarsi virili agli occhi delle femmine. Più grandi sono, più aumentano le chance del maschio di trovare una compagna. Gli scarabei della specie Onthophagus nigriventris hanno corna molto grandi. Ma in realtà più che a farsi belli, servirebbero loro a nascondere, o forse a proteggere, la parte in cui sono più carenti: i testicoli. Piccoli dall’altra Alcuni ricercatori di un'università australiana, osservando questi scarabei si sono accorti, infatti, che le corna sono inversamente proporzionali ai testicoli: più grandi sono questi, più piccole sono le corna e viceversa. Si sono così insospettiti. E hanno bloccato la crescita delle corna di alcune larve, scoprendo che gli insetti senza corna sono cresciuti con testicoli smisurati. Belli e impossibili Viste le abitudini sessuali degli scarabei - la cui femmina si accoppia con diversi maschi e solo chi ha più sperma riesce a fecondarla - probabilmente gli scarabei più cornuti, anche se sono i più quotati e riescono quasi sempre ad accoppiarsi, hanno meno possibilità di riprodursi. Il compromesso evolutivo Questo meccanismo di compensazione dell’organismo era già stato osservato. Per esempio: chi ha le corna più grosse, di solito, ha antenne e ali più piccole. In termini evolutivi è un modo per economizzare le risorse disponibili. Ma è la prima volta che viene osservata sugli scarabei, questa sorta di “compromesso” sessuale. | |
| | | anacondina Moderatore
Numero di messaggi : 745 Età : 52 Data d'iscrizione : 13.07.07
| Titolo: Re: CURIOSITA' Sab Mar 15, 2008 10:21 pm | |
| Perché la lingua dei chow-chow è viola? Il colore particolarmente scuro della lingua e, più in generale, di tutto il cavo orale dei cani di razza chow-chow (nella foto) è dato dalla presenza di cellule pigmentate, ovvero cellule che contengono elementi coloranti. Questo fatto non risponde a nessuna necessità evolutiva ma è soltanto una caratteristica somatica propria di questa razza. D’altra parte, a differenza di quanto avviene negli uomini, spesso gli animali presentano un cavo orale colorato o a macchie. | |
| | | anacondina Moderatore
Numero di messaggi : 745 Età : 52 Data d'iscrizione : 13.07.07
| Titolo: Re: CURIOSITA' Sab Mar 15, 2008 10:23 pm | |
| Qual è l’animale che ha la vita più breve, quale invece è il più longevo? La fase adulta della vita dell’effimera (o efemera), un piccolo insetto acquatico che assomiglia alla libellula, dura solo un’ora e mezza. Durante questo breve intervallo di tempo non fa altro che cercare partner con cui accoppiarsi. Prima di essere adulta però, e cioè prima che la ninfa abbandoni l’involucro nel quale si è trasformata in insetto alato, vive un anno allo stato di larva. Molti piccoli invertebrati, per esempio i gastrotrichi, vivono l'intera vita in tre soli giorni. All’estremo opposto c’è la cozza artica, un mollusco bivalve che abita le fredde acque polari e può vivere fino a 220 anni. Seconda nella classifica degli animali più longevi viene la tartaruga. Un esemplare catturato nelle isole Seychelles nel 1776, prima della Rivoluzione francese, è morto nel 1928, 152 anni dopo. Ha vissuto comunque circa 30 anni di più del più vecchio mammifero di cui siano state accertate con sicurezza sia la data di nascita sia quella di morte, la signora Jeanne Louise Calmet (123 anni), nella foto. | |
| | | anacondina Moderatore
Numero di messaggi : 745 Età : 52 Data d'iscrizione : 13.07.07
| Titolo: Re: CURIOSITA' Lun Mar 17, 2008 9:45 pm | |
| Natura e animali | 17 marzo 2008 Padri a tutti i costi Nascosto dietro a un fiore di iris, questo maschio di damigella azzurra (Coenagrion puella) - un insetto simile alla libellula - non perde di vista un attimo la sua compagna. Vuole essere sicuro che, dopo l'accoppiamento, la sua dolce metà non lo tradisca con un altro. È l'unico modo per garantirsi la paternità dei nascituri. Il pene dei maschi di damigella infatti grazie alla sua forma particolare è in grado di rimuovere il seme dell' "amante" precedente dall'organo sessuale femminile, per depositare poi nuovo sperma. In questa "guerra" tra liquidi seminali rivali, solo l'ultimo partner sessuale di ogni femmina si assicura una discendenza. | |
| | | anacondina Moderatore
Numero di messaggi : 745 Età : 52 Data d'iscrizione : 13.07.07
| Titolo: Re: CURIOSITA' Lun Mar 17, 2008 9:47 pm | |
| Surfista a quattro zampe "Ma chi me l'ha fatto fare", starà pensando Nicolasa, la gatta appollaiata sulla tavola del suo proprietario, il surfista peruviano Domingo Pianezzi. Qui cavalcano insieme le onde davanti alla spiaggia di San Bartolo, a Lima, in Perù. L'atleta è convinto che la micina abbia un'innata passione per il surf. Basta vedere come riesce a mantenere perfettamente l'equilibrio, senza mai cadere in acqua. Anche se un'altra spiegazione possibile potrebbe essere che la micia abbia talmente paura di bagnarsi che si aggrappa con gli artigli alla tavola, unico posto asciutto nei dintorni NO COMMENT | |
| | | anacondina Moderatore
Numero di messaggi : 745 Età : 52 Data d'iscrizione : 13.07.07
| Titolo: Re: CURIOSITA' Lun Mar 17, 2008 9:52 pm | |
| Il coniglio: un animale di compagnia Nel giro di qualche anno nel nostro Paese il coniglio è diventato un animale da compagnia, passando da pietanza a pet. E si è conquistato anche il terzo posto nella classifica degli animali più diffusi nelle nostre case dopo il cane e il gatto. Ma a differenza di questi ultimi si pensa che il piccolo animale abbia bisogno di meno cure e attenzioni. In realtà non è così. Ecco perché. di Anna Mannucci, 22 febbraio 2008 Per i conigli inizia una nuova era: non solo pietanza gustosa, questo animale infatti sta diventando un fedele compagno di giochi nelle case degli italiani. La moda del coniglio come animale da compagnia, in Italia, è iniziata una decina di anni e si è affermata negli ultimi quattro o cinque. Ma ancora oggi questi animali entrano nelle case come cibo. C'è chi li tiene come amici e chi li mangia; qualcuno, poco sensibile, fa entrambe le cose. Negli Usa, il passaggio da “carne bianca” ad animale d’affezione è avvenuto prima, ma non in tempi antichi, risale agli anni ’80 del secolo scorso e solo nel 1988, in California, venne fondata la House Rabbit Society, che poi divenne la “casa madre” e l’associazione modello per tutti gli appassionati. I cuccioli devo essere educati, come si fa per cani e gatti. Una specie da compagnia Con “coniglio” si intende quello europeo, Oryctolagus cuniculus, appartenente alla famiglia dei lagomorfi e non dei roditori, come si pensa comunemente. I vari tipi, nano, gigante, ariete, angora, rex, testa di leone e molti altri - ne sono stati contati quasi 60 - sono delle razze, selezionate artificialmente, ma tutti, compresi quelli “da carne” fanno parte della stessa specie. E tutti possono essere ottimi animali da compagnia, la taglia infatti non è rilevante. Non si può sapere quanti conigli domestici ci siano nel nostro paese, non esiste infatti un'anagrafe e le cifre basate sugli alimenti confezionati venduti come adatti per questi animali non sono valide, perché i bravi padroni non li comprano (su ciò si tornerà). Le uniche stime disponibili sono quelle che affermano che il coniglio è al terzo posto, tra gli animali d’affezione, dopo gatto e cane. Conigli di ripiego Purtroppo i motivi per i quali la maggior parte delle persone prende un coniglio sono sbagliati. Spesso è una scelta di ripiego; scartati il cane, perché troppo impegnativo, e il gatto, perché fa danni, si passa al coniglio, considerato facile da tenere e senza esigenze mediche ed esistenziali. Invece è un animale sensibile, intelligente, vivace, affettuoso e con una sua personalità, diversa da individuo a individuo. Andando sul pratico, tutto ciò significa che non può vivere sempre in gabbia, che è delicato, che ha bisogno di relazioni affettive, di gioco, di alimentazione specifica e di cure veterinarie qualificate. Inoltre, i padroni devono dedicargli tempo e attenzione per insegnargli molte cose: dall’usare la cassettina igienica al relazionarsi con tutta la famiglia. Questo perché è un animale sociale, cioè in natura vive in gruppo, in una colonia, ed è raccomandabile non lasciarlo sempre solo. Chi pensa di avere poco tempo da dedicargli è meglio che ne adotti due, magari prendendoli da cuccioli. Ma si può anche scegliere un adulto – o due adulti, ma che siano già amici - scegliendo tra i tanti abbandonati e reperibili presso le associazioni zoofile. | |
| | | anacondina Moderatore
Numero di messaggi : 745 Età : 52 Data d'iscrizione : 13.07.07
| Titolo: Re: CURIOSITA' Lun Mar 17, 2008 9:55 pm | |
| Vivo e vegeto Un altro motivo della “preferenza” per questo animale - poco esplicitato dalle madri che lo comprano per far contento il loro bambino - è la speranza che viva poco. E in effetti molti vivono davvero poco, tre o quattro anni. Ma perché sono trattati e soprattutto nutriti male. Nelle giuste condizioni, arrivano a dieci anni, qualcuno anche a quindici (l’aspettativa di vita, negli ultimi anni, è cresciuta per tutti, umani e non). Il coniglio non assomiglia nel comportamento, nella fisiologia, nelle patologie e nelle esigenze alimentari, né al cane, un onnivoro di antica domesticazione, né al gatto, un carnivoro predatore. Così, per esempio, molti farmaci e antiparassitari usati su questi “normali” animali da compagnia per lui sono estremamente nocivi, a volte mortali. Il coniglio è un erbivoro stretto, cioè si ciba esclusivamente di vegetali, uno scavatore di gallerie ed è una preda. Tutte caratteristiche che vanno tenute in considerazione quando se ne adotta uno. Preda dei bambini Il coniglio è una preda per eccellenza, e la sua anatomia e psicologia si sono adattate per cercare di evitare questa fine. Ma non si tratta di un animale pavido, ci sono conigli che minacciano e rincorrono i gatti di casa. Le reazioni di difesa sono l’immobilità e la fuga precipitosa. E proprio per la fuga è organizzato il suo corpo: scheletro leggero e fragile e muscolatura forte. Per questo, non è un animale molto adatto ai bambini, che facilmente lo fanno cadere, provocando fratture, o, stringendolo, lo costringono a reazioni violente, movimenti che possono rompere perfino la spina dorsale. E, ancora per questo, soprattutto all’inizio del rapporto, va trattato con rispetto e delicatezza, aspettando tranquilli che sia lui a fare la prima mossa di avvicinamento. La posizione migliore per i primi contatti è mettersi seduti per terra, sul pavimento, fermi o quasi, e aspettare che il coniglio si avvicini. Una bella casa Il coniglio deve avere una gabbia – grande, come minimo un metro per 70 cm o un metro e venti per 50 cm - e ben organizzata, con un nascondiglio (una casetta di legno non impregnato di sostanze tossiche), il cibo, il beverino, la cassettina igienica, dei tubi in cui entrare. Ma per lui deve essere una casa, un rifugio, non una prigione. Alcune ore al giorno, almeno tre o quattro, il coniglio deve andare in giro, camminare, esplorare, avere compagnia. Se si ha una stanza organizzata tutta per lui, è una buona cosa ma non vi deve essere rinchiuso sempre perché ha bisogno di comunicare con gli altri esseri viventi. Occhio di lince Sempre per cercare di sfuggire al suo destino di preda, il coniglio ha una vista eccellente, con un campo visivo di circa 180° per occhio, che gli permette di vedere in tutte le direzioni senza muovere la testa. Proprio davanti al naso ha invece un piccolo punto cieco. Fifone a chi? Due cuccioli si sfidano per gioco. Ma il coniglio non è pavido. È solo consapevole dei suoi limiti e sa che in natura è una facile preda. | |
| | | anacondina Moderatore
Numero di messaggi : 745 Età : 52 Data d'iscrizione : 13.07.07
| Titolo: Re: CURIOSITA' Lun Mar 17, 2008 9:59 pm | |
| Il terribile “mal di denti” «Il coniglio ha i denti, non solo gli incisivi, ma anche quelli interni, a crescita continua, tutta la vita, come le unghie» racconta Marta Avanzi, veterinaria e socia fondatrice della Sivae (Societa' italiana veterinari per animali esotici) «ma, in natura, li consuma masticando a lungo, per molte ore al giorno, l’erba, che è abrasiva a causa dei cristalli di silice che contiene. Il pane secco non serve a niente, anzi, fa male» Tanti conigli smettono di mangiare, soffrono e muoiono a causa di problemi legati ai denti, dolorose malocclusione, ascessi, decalcificazioni. Le radici dei denti possono crescere fino a uscire dalla mandibola o ad arrivare perfino nell’orbita oculare. Succede verso i due anni e mezzo, tre, quando vengono portati dal veterinario con la bocca devastata. A questo punto, quasi sempre la soluzione migliore è l’eutanasia. Ma non è tutto, la cattiva alimentazione causa anche gravi problemi intestinali, dalle infezioni al blocco totale. Abitudini particolari A proposito di alimentazione e delle sue conseguenze, il coniglio produce due tipi di feci: uno formato dalle tipiche palline secche e uno soffice e coperto di muco, che di solito, con sgomento dei padroni, viene mangiato dal produttore stesso, alla ricerca di preziosi elementi nutritivi. «Si tratta di un comportamento perfettamente naturale. Ma se l’animale è ben nutrito può anche non ingerire queste feci» rivela la dottoressa Avanzi. Rosicchiatore e scavatore Per la sua caratteristica di rosicchiare, un coniglio libero per casa può incorrere in molti oggetti per lui pericolosi, come fili elettrici e detersivi, oppure può far danni, mordicchiando mobili, divani e molto altro. Le sue uscite dalla gabbia devono dunque essere in territorio reso sicuro o sotto l’occhio vigile del padrone. Le passeggiate e le corse sono indispensabili per la salute fisica e mentale del coniglio, ma sono anche un’occasione per socializzare e giocare, per esempio la sera, quando la famiglia si riunisce. Come ricorda il nome scientifico, cuniculus, il coniglio scava gallerie e passa molto tempo in cunicoli. Poter scavare e avere a disposizione dei rifugi chiusi, come tubi o scatole, è dunque fondamentale, anche quando vive in casa. Conigli a tavola (non come pietanze!) CIBI SI' Erba piante di campo. Fieno. Verdure crude fresche. Pellet di erbe, fieno e vegetali, senza farine di cereali e senza farmaci (come i coccidiostatici). CIBI NO Evitare le patate. Semi, carboidrati (pane, biscotti...) I mangimi in vendita non vanno bene perché studiati per i conigli "da tavola" che vivono poco. Sterilizzazione e malattie Come è noto, i conigli sono molto prolifici. Se vivono in casa, è quasi indispensabile sterilizzarli chirurgicamente, a partire dai 3 mesi e mezzo. Anche perché, soprattutto i maschi, hanno l’abitudine di marcare il territorio con l’urina, analogamente a come fanno i gatti non operati. È necessario però rivolgersi a un veterinario che abbia conoscenza ed esperienza di questa specie (vedi i siti). Il coniglio, come tutti gli esseri viventi, è soggetto ad alcune malattie, parassitarie e infettive. A questo riguardo è meglio chiedere consiglio per vaccinazioni e cure a un veterinario esperto di questa specie. | |
| | | ALENA Admin
Numero di messaggi : 2105 Età : 44 Data d'iscrizione : 14.07.07
| | | | anacondina Moderatore
Numero di messaggi : 745 Età : 52 Data d'iscrizione : 13.07.07
| Titolo: Re: CURIOSITA' Gio Mar 20, 2008 6:59 pm | |
| | |
| | | anacondina Moderatore
Numero di messaggi : 745 Età : 52 Data d'iscrizione : 13.07.07
| Titolo: Re: CURIOSITA' Dom Mar 23, 2008 10:18 pm | |
| Piccoli vermi crescono "mangiando la mamma" Invece del latte per nutrirsi staccano pezzi di pelle dal corpo della mamma. Sono i piccoli di una specie di anfibio che vive in zone tropicali. È l'ora della merenda: tutti sulla mamma. Foto: © NHM e Alexander Kupfer. Si dice sempre “cosa non si farebbe per i figli!”… Ma chissà se qualcuno sarebbe disposto a “farsi mangiare”, come fanno le mamme di una particolare specie di vermi che nutrono i loro figli appena nati con pezzi del proprio corpo. Le madri del Boulengerula taitanus, appartenenti a un gruppo di anfibi tropicali simili ai vermi, chiamati caecilians, dopo aver deposto le uova creano uno strato di grasso esterno sulla parte posteriore del loro corpo che i piccoli appena nati usano per nutrirsi. I ricercatori guidati da Mark Wilkinson biologo del Museo di Storia Naturale di Londra osservando questi vermi in Kenya si erano accorti di qualcosa di strano: le madri erano di colore più chiaro e più lattiginose delle altre femmine. Carne della mia carne. Per questo motivo hanno portato 21 madri in laboratorio e le hanno riprese mentre erano intente a nutrire le proprie “cucciolate” (tra i 2 e i 9 piccoli) con il loro “deposito” adiposo supplementare. Hanno inoltre scoperto che durante la settimana successiva alla schiusa delle uova ogni madre aveva perso circa un settimo del proprio peso corporeo. I piccoli, che sono completamente dipendenti dalla madre, hanno già i denti, inutilizzabili per mangiare le termiti di cui si nutrono da adulti, ma abbastanza aguzzi per “azzannare” la madre. Uno strano caso. Certo sembra un po' macabro eppure Wilkinson afferma che è una cosa veramente straordinaria da osservare. La eccezionalità è dovuta soprattutto al fatto che un tale fenomeno non era mai stato rilevato prima. Alcuni ricercatori pensano addirittura che il sistema del “cannibalismo” sulla madre dopo la nascita possa costituire in termini di evoluzione l'anello mancante tra le creature che hanno la gestazione esterna con la deposizione delle uova e i mammiferi. | |
| | | anacondina Moderatore
Numero di messaggi : 745 Età : 52 Data d'iscrizione : 13.07.07
| Titolo: Re: CURIOSITA' Dom Mar 23, 2008 10:20 pm | |
| Salvataggi: delfino batte uomo Due capodogli che rischiavano di rimanere arenati su una lingua di sabbia di Mahia Beach, in Nuova Zelanda, sono stati salvati da un delfino. Lo ha raccontato Malcom Smith del Conservation Department: i due cetacei, madre e figlio, si erano spinti troppo a riva, e la conformazione particolare della spiaggia rischiava di impedire loro di riprendere il largo. Smith è un esperto di salvataggi, ma questa volta i suoi tentativi di aiutare i due sfortunati mammiferi a ritrovare la strada per il mare aperto non erano andati a buon fine. Se non fosse intervenuta Moko, un delfino femmina che si aggira spesso nei dintorni di Mahia Beach, ai due sarebbe toccata una triste sorte. Invece, Moko è riuscita a farsi seguire e ha scortato madre e figlio per 200 metri attraverso un canale di acqua alta, fino al mare aperto. I delfini sono noti per il loro altruismo, che dimostrano aiutando e proteggendo non soltanto individui della loro stessa specie, ma anche prendendosi cura, in acqua, di esseri umani in difficoltà. Questa è però la prima volta che viene documentata questa loro "attività di soccorso" verso altri mammiferi marini. [ST] | |
| | | anacondina Moderatore
Numero di messaggi : 745 Età : 52 Data d'iscrizione : 13.07.07
| Titolo: Re: CURIOSITA' Dom Mar 23, 2008 10:22 pm | |
| Per camminare sulla sabbia usa il passo della lucertola Sulla sabbia va più veloce un geco, un granchio o una lucertola? È ciò che si è chiesto Daniel Goldman del Georgia Institute of Technology di Atlanta (Usa) che ha filmato le camminate dei tre piccoli animali per studiare le teorie fisiche dei "sistemi granulari", ovvero quelle che governano la sabbia e qualunque altro insieme costituito da piccole parti mobili tra loro uguali. Disposti su una superficie realizzata con minuscole sferette di vetro (a imitazione della sabbia, ma con la possibilità di variare la consistenza del "terreno" grazie all'introduzione di aria) gli animali sono stati lasciati liberi di camminare. La prova ha decretato la netta vittoria della lucertola, che nel passaggio dalla sabbia consistente a una più morbida ha ridotto la velocità di solo mezzo metro al secondo. Merito della conformazione delle zampe, più adatte a superare le difficoltà dei terreni granulari, e, soprattutto, del suo "passo", caratterizzato da movimenti lenti nel momento in cui la zampa è a contatto con la sabbia alternati a scatti più rapidi quando l'arto si solleva per eseguire il passo successivo. [AP] | |
| | | Contenuto sponsorizzato
| Titolo: Re: CURIOSITA' | |
| |
| | | | CURIOSITA' | |
|
Argomenti simili | |
|
| Permessi in questa sezione del forum: | Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.
| |
| |
| |